Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/27

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canto

I. 17

filosofia, e di ogni altra scienza. Fu prima Omero e Pronopido di lui maestro, Pindaro e Sofocle, che non Aristotile, Platone, Pitagora, Anassagora ed altri. Al dir di Tullio così fu de’ romani, e dopo il tempo di grazia anche i filosofi, e gli stessi teologi col Livarono la poesia. — Lattanzio, Rabano, Giovencio, Sedulio, Aratore, ed altri molti: colpa e difeclo de I umane voglie il mal yolere degli uomini, non 1’ influsso del cielo è la cagione di ogni male. Sant’Agostino dice, non potervi essere colpa se non volontaria: la scienza sola unitaa virtù poler rompere la schiavitù di natura. E Dante vorrebbe che al sorgere di un poeta si facesse festa e tripudio anche oggidì. Oh! quanto avrebbe egli meritato un trionfo, egli che solo, senza speranza (li alcun premio temporale fece di tutto per meritarlo: che la fronda Peneia così chiamato I’ alloro da Dafnc figliuola di Peneo, che fuggendo l’amore di Apollo fu cangiata in tal pianta. Peneo è fipme di Grecia, grosso di altri fiumi confluenti, ed il cui lido è pieno di lauri dovria partorir letitia in su la tela delphica Deita dovrebbe esser Cagione di pubblica allegrezza nel tempio di Apcllo: sul Parnaso. Apollo era adorato particolarmente in Delfo. Al dir di Giustino, nel tempio di Apollo scorgevansi doni preziosi di regnanti e di popoli, e questo fu forse il motivo dei molti assalti alla città, che per altro non restarono invendicati. Infatti Serse fu respinto con miseranda strage de’ suoi persiani: Brenno, spavento d’italia, di Grecia, della stessa Roma pagò ivi la pena del sacrilegio, perdendo il suo terribile esercitodi Galli. Erano cinquantaseimila contro soli quattro mila assistiti dal nume. Scrive Plinio. — in Beozia e sul monte Parnaso trovasi un castello famoso per gli oracoli di Apollo — Livio i oracolo di Deifo è I ombilico dei mondo. — quando altrui di se RAMBALDE — Voi. .