Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/343

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canto

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saneto nello scintillar della luce di che esso vestivasi a cui mi volsial quale mi volsi per comando d Beatrice cosi come laf(cclv si vede qui alcuna volta nella vista s elio ce tanto che d4 lui sia tolta tutta i anima anche nel mondo qualche volta si conosce dall’esterno l’affetto che occupa tutta l’anima. Diffatto vediamo I’ uomo per eccessivo gaudio tremare, per forte timore impallidire, per vergogna mostrare vivo rossore nel volto; così Dante dalla favilla della luce di Cacciaguida conobbe il di lui desiderio e I comintio —. spiriti beati son in questa quinta soglia e cominciò a dire: vi sono spiriti beati in questa quinta sfera o pianeta di Marte de lalbero che vive de la cima e frueta sempre e mai non perde foglia del quinto grado del Paradiso, o dell’ albero che fiorisce, sempre lieto e beato, e che non avrà mai fine. Dante metaforicamente chiama albero la quinta sfera che quali spiriti fuordi gran voce giu furono di gran norma e fama nel mondo prima che venisser al cielo a cogliere il premio del loro valore si che ogniMusa ne sarebbeopima sicché potrebbero stancare le Muse per encomi arli. peio mira nei corni de la Croce guarda però nella parte superiore della croce; quell’o che io nomaro fara li I acto che fa in nube il suo foglio veloce qualunque spirito verrà da me nominato, getterà uno splendore corusco come folgore che scoppia da nube. Gli spiriti stessi furono di coraggio e valore ardentissimi, e quello splendore scintillante che getteranno al nominarli figurerà la loro gloria. Morto Mosè, gli successe Giosuè a condurre il popolo di Dio, ed ebbe la terra promessa. un lume io vidi traclo per la croce del nomar losue com l si (cv io vidi un lume sfavillar per la croce al momento che fu pronunciato Giosué ne mi fu noto pria il dicer che I faelo ed appena si pronunciava quel nome, vidi quel lume. Dante immaginò che ogni spirito, noDigitized by Google