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paradiso

che desiderare si possa, ovvero che appaga ogni possibile desiderio per esser justo e pio per avere usata giustizia non disgiunta dalla clemenza. Era dunque l’interno concetto dell’aquila — noi fummo esaltati a questa gloria, perché siamo stati nel mondo e giusti e pii, — e sino alla fine del discorso Len ne sempre, dirò così, internamente il plurale, esternamente il singolare. EI in terra lasciai la mia memoria si facta e lasciai nel mondo di mia giustizia e clemenza memoria tale che le genti si malvagie che gli uomini malvagi conamendan lei la lodano e la innalzano colle parole ma non seguon I istoria aia non seguono gli esempi. Molti re infatti alzano a ciclo Traiano, Camillo, Scipione, Catone, Tito, Antonino, Pio, ed iiivecedi seguirli, corrono dietro od a Tiberio od a Nerone. un sol calore di molte bragie si fa sentir così molte bragie fanno sentire un solo calore nel modo come di molti amori usciva sol un suon di quella Image che dai molti affetti di quegli spiriti figura nti I’ aquil;I usciva una voce sola ond io appreso ond’ io dimandai. O perpetui fiori de I eterna leticia o fiori che spandeste nella mortale, e spargete odori nella vita eterna che pur uno parer mi faci tutti i vostri odori che con uno solo mi fate SCI1- tire tutti i vostri odori: metaforicamente i vostri canti, avendo rispetto alla metafora fiori — solveteme , spirando il gran digiuno che lungamente m a tenuto in fame ponete lime col vo stro parlare alla mia ignoranza che lungamente mi ha tenuto in desiderio non trovandosi in terra cibo alcuno non trovando io in terra cibo alcuno conveniente a tale digiuno, ossia ragione che mi venga tolta tale ignoranza. Così Dante esprime che il dubbio non poteva sciogliersi colla sola ragione naturale. ben so io che la divina fusticia fa altro reame suo