Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/359

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canto

XIX. 5i9

specchio in celo che I vostro non I apprende con velame se in cielo la giustizia divina si mostra ad alcuni beati regnanti, io ben so che l’ordine vostro non vede sotto velo la delta giustizia; ovvero voi avete tal grado di beatitudine, che vedete in Dio la vera giustizia, clic solo si può vedere da un beato. Dante alludea Traiano ed a Rifeo: sapite e allento io mapparecchio ad ascoltare sapete quale ce quel dubio che m e digiuno cotanto vecchio voi sapete come ascolterò attenta mentela risposta a quel dubbio, che mi ha da tanto tempo tenuto in vivissimo desiderio. il dubbio di Dante era. — Come possa con giustizia essere dannato all’inferno colui che, vivendo seeondo le leggi di natura, nè potendo essere a giorno della fede di Cristo, muoia senza battesimo. Vid io quei signo eh era contesto di laude de la divina gratia vidi quell’ aquila formata dall’ unione di quegli spiriti laudanti la giustizia e clemenza divina col canto farsi moversi cum canti quai si sa chi lassu gode fra i canti che non possono guslarsi che dai bi”iIi qual il Falcon eh uscendo del capello move la testa e con 1 ali si plaude voglia mostrando e facendosi bello come fa leone, cui il cacciatore leva il cappello, e move la testa, e si rallegra, ed allargando le ali niostra desiderio di volo e di prèda, facendosi più bello e pomposo. Similitudine bellissima! poi comintio poi l’aquila cominciò. Colui che volse ilsesto a extremo del mundo e dentro a esso distinse tanto occulto e manifesto Iddiò che formò il mondo (sesto o sesta è il compasso) e dentro ad esso mondo ordinò tante cose a noi occulte, e tantO manifeste non poleo suo voler si far impresso tutto I universo non potea al momento (Iella creazione far conoscere nell’ universo il suo sapere, che il suo concetto he I suo verbo non rimanesse in infinito cxDigitized by Google