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paradiso

d’ alloro. ritornero in patria poeta ornai con altra voce con altra più gloriosa fama, non con vii manto, ma con quel di poeta con altro vello: uscì di Fiorenza giovane ancora, e con abito vanamente superbo, ed ora vecchio e sapiente sarebbe tornato con altra fama e paludamento e previdero il capello la corona d’alloro in sul fonte in san Giovanni di Fiorenza dov’ è il fonte battesimale se mai continga che I poema sacro se mi avvenga che il sacro mio Poema al qual a posta mano e cielo e Terra cui concorsero la divina scienza e la umana, o cielo perchè trattò de’celesti, o terra in quanto trattò di cose terrene, ovvero per cielo intendi la grazia divina che rese il Poeta capace alle scienze, come dice nell’ Inferno vegiando il ciel ecc. e nel Purgatorio non pur per opra delle rote magne ecc. finalmente nel Paradiso parlando di gemini. Per la terra poi vuoi significare Io studio, le veglie, le fatiche d’ animo e di corpo si che m a faclo per molt’ anni macro così che mi ha reso estenuato e consunto, come Io ripete nel Purgatorio invocando le muse o sacrosante Vergini se fame, freddo, vigilie mai per voi soffersi ecc: E come accadde a Dante, a me pure lo stesso accadde nell’ esporlo, e nel commentarIo vinca la crudella de’ miei cittadini che mi sera fuor del bel ovil della città di Fiorenza bellissima fra le città ov io dormi agnello giovane, puro, innocente inimico ai lupi che li danno guerra e fui contrario ai lupi che la tormentano e la guastano. Come i lupi naturalmente insidiano gli agnelli, così i cittadini pravi di Fiorenza insidiavano i buoni. Nota che il Poeta dice dubitativamente se mi avvenga, perché non potè mai ottenere il ritorno, che secondo le leggi d’ allora non si accordava che per riformazione. La speranza è gran conforto ne’ mali, ma specialmente nell’ esilio, senza del che sarebbe più frequente la disperazione.