Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/46

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paradiso

Lo suo contrario più passar non lassi: 87 E indi 1’ altrui raggio si rifonde Così, come color torna per vetro, Lo qual di retro a sè piombo nasconde. 90 Or dirai tu, che si dimostra tetro Quivi lo raggio più che in altre parti, Per esser lì rifratto più a retro. 93 Da questa instanzia può deliberarti Esperienza, se giammai la provi, Ch’ esser suoi fonte a’ rivi di vostre arti. 96 Tre specchi prenderai, e due rimovi Da te d’ un modo, e 1’ altro più rimosso Tr’ ambo li primig1i occhi tuoi ritrovi. 99 Rivolto ad essi fa, che dopo il dosso Ti stia un lume che i tre specchi accenda, E torni a te da tutti ripercosso: 102 Benché nel quanto tanto non si stenda La vista più lontana, lì vedrai Come convien ch’ egualmente risplenda. 105 Or come ai colpi degli caldi rai Della neve riman nudo il suggetto, E dal colore e dal freddo primai; 108 Così rimaso te nell’ intelletto Voglio informar di luce sì vivace, Che ti tremolerà nel sùo aspetto. 111 Dentro dal ciel della divina pace Si gira un corpo, nella cui virtute L’ esser di tutto suo contento giace. I 14 Lo ciel seguente, ch’ha tante vedute, Quell’ esser parte per diverse essenze Da lui distinte, e da lui contenute. 117