Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/48

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38 PARADiSO 0MMENT0 DI BENVENUTO L’ autore mostra come pervenne al cielo della luna. Il canto secondo può dividersi in quattro parti generali. Nella prima esordiendo, porge alcune regole di dottrina. Nella seconda, racconta come entrò nella sfera della luna. Nella terza, tratta della causa delle macchie lunari. Nell’ ultima, mostra su tal causa la propria opinione. Dante parla ai mezzo sapienti, de’ quali è gran numero, dicendo loro — o voi poco capaci, che avete letto il Purgatorio e 1’ Inferno, meco tornate a leggerli, e non tentate di mettervi dentro al Paradiso o voi che sete in picioleta barcha cioè che avete poca forza d’ ingegno: Dante somigliò 1’ ingegno suo ad una barchetta nel principio del Purgatorio. E veramente molta scienza e molto ingegno son necessarii per intendere la cantica del Paradiso, come io me ne accorsi quando la leggeva in Bologna desiderosi d ascoltare di udire la terza cantico, come udiste le altre due seguiti retro al mio legno avendo seguitato 1’ ingegno mio che varcha che or passa in nuovo mare più profondo cantando poeticamente descrivendo, tornate a riveder li vo8tri liti tornate indietro a rileggere le altre due cantiche, che non hanno tanta profondità non vi mettete in pelago in tanto mare con piccolo legno che forse perdendo me non valendo a seguirmi rùnarisli ismariti vi smarrireste. Boezio nel libro — quomodo Trinitas unus Deus — avverte che coloro i quali non possono comprendere quel trattato, debbano ritenersi indegni di leggerlo. L acqua che io prendo gia mai non si corse il mio argomento non fu sin qui trattato da alcun poeta. Chi mai pensò difatti a creare un cielo artificiale come quello di Dante? Niuno poeticamente descrisse il Purgatorio ed il Paradiso, e così gli fu