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canto

IV. 83

contro del cancelliere e l’uccise, e fuggendo in mezzo ai circostanti, apertasi la strada col pugnale grondante di sangue, pur non ostante fu preso. Condotto avanti Porsenna disse queste memorande parole — Son Muzio romano: nemi°o venni per trucidare un nemico: pronto alla morte; essendo de’ soli romani il fare e soffrir da forti: molti altri giovani tentano quant’ io fallii. — Il re sdegnato, e pieno d’ ira comandò che si recasse fuoco per tormentare l’audace, e perché nominasse i complici suoi; ma Muzio all’ incontro — il corpo è oggetto spregevole per chi aspira alla gloria: getiata la destra nel fuoco ardente, imperterrito la tenne in esso ferma quasi non sentisse il dolore. Maravigliato Porsenna comandò, che il giovane fosse tolto dal fuoco, giacché gli sembravo più crudele con sè, di quello che col nemico; e Muzio quasi per riconoscenza gli palesò, che trecento nobili giovani romani a vevano giurato di ucciderlo nella stessa maniera. Porsenna allora credette miglìor consiglio di far pace, e di togliere l’assedio da Roma. & fosse stato br voler intero se la volontà di Piccarda e Costanza fosse stata così ferma come tenne Lorenzo come san Lorenzo patì di esser bruciato vivo, anzichè togliersi menomamente dalla sua costanza cristiana su la grada sulla graticola e fece Mutio a la sua man severo Muzio Scevola, allorchè non gli riuscì di trucidare Porsenna, bruciò la sua destra negli ardenti carboni per punirla del colpo fallito così lavria ripinta per la strada così le avrebbe risospinte e ricondotte alla vita religiosa ond eran trae da cui erano strappate come furon sciolte quando cessava la violenza; ma cosi salda voglia e troppo rada ma questo eroismo s’incontra rare volte negli uomini, e più di rado anche nelle donne. e per queste parole se ricoite i ai come dei e i argomento