Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/555

Da Wikisource.
   [v. 142-154] c o m m e n t o 545

no l’irritamenti de la gola, come avale si fa, E nettare con sete ogne ruscello; cioè la prima età, che non intendea a gulosità, fece parere ogni rivo d’acqua stelladia, non bevendo se non per sete: quando l’omo be1 che abbia sete, ogni bere li pare buono: nettare è beveraggio lavorato di vino e di speziarie; e questo prese da Ovidio che disse nel luogo predetto: Flumina iam lactis, jam flumina nectaris ibant: Flavaque de viridi stillabant ilice mella; e questo finge che dicesse la voce, che usciva tra le fronde, in persuasione de l’astinenzia. Et anco adiunge: Mele e locuste; queste funno radice2 d’erbe, de le quali visse s. Gioanni Batista, quando stette nel diserto iovanetto3 a fare penitenzia, furon le vivande, Che nudriro ’l Battista nel diserto: imperò che di favi mele e di locuste dice la Santa Scrittura che visse nel diserto s. Gioanni Batista, vestito di peli di camelo4; Per che; cioè per la qual cosa, elli è glorioso e tanto grande; cioè in vita eterna per la sua astinenzia, Quanto per l’Evangelio v’è aperto; cioè come manifesta l’Evangelio, che dice per la bocca di Cristo: Inter natos mulierum non surrexit maior Iohanne Baptista: ecco che àe addutto l’autore assai esempli a conforto de l’astinenzia. E qui finisce lo canto xxii, et incomincia lo canto xxiii.

  1. Be; terza persona dall’infinito bere. E. — C. M. beve
  2. C. M. radici
  3. C. M. giovanetto
  4. C. M. camello
   Purg. T. II. 35