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Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/107

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CANTO VII. 89. Qual è colui che cosa innanzi a sé Subita vede, ond’ei si maraviglia, Che crede e no, dicendo; «EU’ è, non è»;. Tal parve quegli: e poi chinò le ciglia; E umilmente ritornò ver lui, E abbracciollo ove ’1 minor s’appiglia. 0. — gloria de’ Latin’(disse), per cui Mostrò ciò che potea la lingua nostra; pregio eterno del luogo ond’io fui;. Qual merito o qual grazia mi ti mostra? S’i’ son d’udir le tue parole degno, Dimmi se vien’d’Inferno, e di qual chiostra. —. — Per tutti i cerchi del dolente regno (Rispose lui) son io di qua venuto: Virtù del ciel mi mosse; e con lei vegno.. Non per far, ma per non fare, ho perduto Di veder l’alto Sol che tu disiri, E che fu tardi, per me, conosciuto. io. Luogo è laggiù, non tristo da martiri, Ma di tenebre, solo; ove i lamenti Non suonan come guai, ma son sospiri.. Quivi sto io, co’ parvoli innocenti, Da’ denti morsi della morte avante Che fosser dell’umana colpa esenti:. (L) Ore; i ginocchi. iV) Tristo Sorn. Sup.; / Puflri (SD Minor. Purj?., XXI, t. 4i: Già nel limbo innanzi la venuta di Crisi chinava act abbracciar li piedi Al sto non vedevano Dio. - Aiig., in mio dottor. Arios.: E l’abbracciava Euch. XCIII: Mitifisima è la pena dx’ ove ’i maggior s’abbraccia. Padri che con sola la colpa originale. (L> Luogo: Miulova morivano Som: Sei limbo de Padri (SD Gloria JEn.,: Trojanaeglo- era dolore per la dilazione ilella gloria gfniis. — Nostra. Del Ialino, del- ria, non pena sensibile per il peccato. l’italiano e (U I provenzale fa Hit- ’>ì^. f>9: Manca la pace dtl desiderio. runa linsiia. — r«/. Notisi la scn»- — Tenebre Som Snp: S. ro/;t/o erte plicilà di (pusli modi che, i maeslri in )>in gravi piccati sono ovvolii, i d’a’l sso fuggirebbero come volga- dannati più oscuro lungo e più proriU " fondu Icng-ìno ii( interno: onde i

(L) Merito: mio. — Chiostra: Padri aspeiiauii, ne’ guati era il

bolgia. minimo dtHa colpo avevano il luogo. iL) Far m^.lo. — Nou fare i! bene j;iù alto e mtn tenebroso. Supr. mo — >So/;l)io. ìi. (L^ Esenti: W.wu-nMX. (A Lnnao: Limbo. (SD Denti Ona, XIII. il: Ero {SD L’I ego. V. Inf, IV, l i’ó. — mors tua. o ìnors; morus funsero, Tenibre Nel’iV tleiriiiferno ì! Ungo inferni: P<tr.: Gli estremi morsi Di luminoso è po’ soli spirili illosiri e guella ch’io, con lutto il mondo, abuoni, non Ria per ^ì aiiri Vusilìo, spetto. Mai non sentii. P-ù languido,

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