Pag. 136. v. IO. - Le vendite di bestiame e di schiavi si facevano
per lo più al primo del mese.
Pag. 136, v. 16. - Che gli gabellava per leccornie.
Pag. 136, v. 17. - Quanto gli eliasti erano fanatici dei processi,
tanto para fossero impazienti delle sedute troppo lunghe.
Pag.. 136, v. 24. - così anche il testo, su per giù: cn pyéloi, cioè
in una tinozza da bagno: per alludere a Pilo.
Pag. 137, v. 1. - Vedi l’introduzione alla commedia (pag. 123).
Pag. 137, v. 4. - Invece che le mosche.
Pag. 138, v. 4. - Giuoco di parole intraducibile. La Caonia ricordava chàskein, essere spalancato; l’Etolia atlio, chiedere; i Clopidi,
alterazione di Cropidi, abitanti del demo attico di Cropeia; kféplein,
rubare.
Pag. 138. v. 8. - In Egitto e in Grecia il sangue di toro era
creduto potentissimo veleno.
Pag. 138, v, II. - Subito dopo il banchetto, prima del simposio,
si libava una tazza di vin pretto in onore del buon Demone, che aveva
largito la vite ai mortali (Dioniso). Poi si beveva vino annacquato
secondo i vari gusti.
Pag. 139, v. 15. - Altra frecciata ad Euripide.
Pag. 140, v. 5. - Al pensiero del poeta e degli uditori dovè
librarsi l’immagine di Polifemo.
Pag. 140. v. 8. - Pramno dava un vino molto forte. 11 Dèmone
di Pramno è conio del servo.
Pag. 141, v. 6. - 11 verso 114 del lesto mi sembra giustamente
espulso.
Pag. 142, v. 7. - Simile fraintendere è motivo comico frequente
nella commedia popolare; cfr. Origine ed elementi, p. 183.
Pag. 142, v. 7. - Bacide era stato un antico celeberrimo oracolista
della Beozia, ispirato dalle Ninfe. I nuovi profeti, che funestavano Atene,
specialmente durante la guerra del Peloponneso, sovente attribuivano al
grande loro precursore le frottole che essi andavano spacciando. Se ne
vedranno due tipi classici nella “Pace e negli Uccelli,
Pag. 143, v. 9. - Eucrate, che dopo la morte di Pericle resse per
qualche tempo lo Stato.
Pag. 144, v. I. - Nel testo c’ è un giuoco simile. Il servo B ripete