Pagina:Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite.djvu/44

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morti. Ordinate i buoni, se doveste allungare anche più del solito, salvo ad abbassare l’anno seguente, ed a tagliare il legno che avrà gettato immediatamente dal ceppo.»

Quanto alla stagione favorevole al taglio, bisogna scegliere l’autunno, o la primavera. I partigiani di questi metodi portano ambidue troppo buone ragioni per non essere forzati conchiudere, che spetta al coltivatore vignajuolo modificarsi a seconda del suolo, della plaga, e della natura della pianta.

E’ osservazione estremamente importante, confermata da lunga esperienza, che se si taglia la vite prima che sia maturo il legno, è certo che perisce fra tre, quattro anni. Tagliandola troppo tardi, il succo già formato cola a pura perdita, ed impoverisce il ceppo maggiormente.

Devesi evitare di tagliare principalmente nei gran freddi.

Dev’essere attenzione del padrone, che le roncone de’ suoi operaj siano taglienti, affine d’impedire che il legno non si fenda.

Il taglio deve presentare la forma del becco di un flauto, ed essere alla distanza di un pollice dall’occhio più vicino, e dalla parte opposta.

Troppi esempj ànno provato i pericoli, che s’incontrano affilando le vigne, donde insorge la necessità al proprietario di richiamarsele. Il vignajuolo, il quale considera poco la qualità del suolo, cercherà averne una maggior quantità; taglierà a lungo, e snerverà, affaticherà talmente la vostra vite, che allo spirare dell’affittanza, sarete obbligato a farla cavare.