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Fine della schiavitù di Babilonia e ritorno degli ebrei nella Giudea.


66. La schiavitù di Babilonia durò 70 anni, dopo i quali i giudei ebbero da Ciro la libertà. Ricondotti in patria da Zorobabele, (A. a. C. 538), fabbricarono Gerusalemme ed il tempio, confortati nell’opera santa da Neemia ministro del re, e da Aggeo profeta.

67. Non tutti però rimpatriarono. Tra quelli che rimasero nella terra straniera vi fu per divina disposizione Ester, la quale, essendo stata scelta dal re Assuero a sua sposa, salvò poi il suo popolo dalla distruzione, a cui era stato condannato dal re ad istigazione del ministro Amanno che odiava Mardocheo, zio della regina.

68. I giudei ritornati a libertà, furono quind’innanzi più fedeli al Signore, vivendo nell’osservanza delle proprie leggi e riconoscendo per capo della nazione il loro sommo sacerdote, sotto una certa tal quale dipendenza ora dai re di Persia, ora dai re di Siria, ora dai re di Egitto, secondo la sorte delle armi.

69. Fra questi re alcuni lasciarono in pace i giudei, ed alcuni altri li perseguitarono per ridurli all’idolatria. Il più crudele e tiranno fu Antioco Epifane, re di Siria, il quale bandì una legge, per cui, pena la morte, tutti i suoi sudditi dovevano abbracciare la religione pagana. Allora molti giudei acconsentirono a quell’empietà, ma molti più stettero forti e si conservarono fedeli a Dio, ed altri molti morirono di glorioso martirio. Così avvenne di un santo vecchio, detto Eleazaro, e di sette fratelli, detti Maccabei, colla loro madre.

I Maccabei.


70. Sorsero allora alcuni intrepidi sostenitori della religione e dell’indipendenza della patria, contro l’empio e crudele Antioco alla cui testa si pose un sacerdote per nome Matatia, coi cinque suoi figliuoli, virtuosi e prodi