Pagina:Considerazioni sulla importanza militare e commerciale della ferrovia direttissima Bologna-Firenze.djvu/59

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l'esistenza della strada ruotabile provinciale. Essa ferrovia dovrà mantenersi al piede dell’uma o dell’altra sponda della Setta a seconda delle convenienze che potrà soltanto dimostrare un apposito studio; esigerà molti muri di rivestimento, pochi manufatti d’importanza, pochissime gallerie di breve lunghezza (ad evitare la sporgenza di qualche punta di roccia), e sarà di costruzione facile.»

Dal Brasimone al Molino Cà d’Onofrio «si potrà proseguire a cielo aperto, tranne forse la necessità di una breve galleria, motivata dalla sinuosità del letto della Setta. La strada sarà da tenere appoggiata alla sponda Est del fiume, ove i terreni sono buoni, e ad un livello abbastanza alto, per la strettezza del letto. La pendenza sarà di 0,012 o poco meno; le curve saranno numerose ma del raggio di 400 metri; e si giungerà di tal maniera davanti al Molino di Cà d’Onofrio, all’ordinata di M. 320 circa.»

Quivi, fattosi «un piccolo piano orizzontale che potrà servire per una piccola fermata, si penetra al termine di quel piano in una grande galleria di 17,775 metri di lunghezza e di 0,003 (3 metri per mille) di pendenza che viene a sboccare a conveniente altezza (M. 266,66) presso San Quirico in Valle di Bisenzio.»

«La galleria per internarsi nei terreni solidissimi giacenti sotto i terreni superficiali che per avventura mancassero di stabilità, oltre al Molino di Cà d’Onofrio dovrà cominciare con una curva a sinistra, seguita da un rettifilo convenientemente ubicato» e raccordato con una sola curva al rettifilo seguente che abbraccia la maggior lunghezza del sotterraneo dalla confluenza del Gambellato a S. Quirico. La prima parte della galleria, lunga metri 6650 potrà aprirsi coll’aiuto di alcuni pozzi, l’ultimo dei quali (della profondità di M. 130) cade a Badia, e segna il principio del nucleo principale a foro cieco (lungo metri 11,130) con cui termina la galleria presso S. Quirico nel Bisenzio.

Da S. Quirico a Prato «il Bisenzio si presta benissimo per l’impianto di una ferrovia, con pendenze non maggiori di 0,012, e curve di raggio non minore di metri 400, salvo probabilmente la necessità d’un viadotto al passaggio della Torbola. All’atto degli studi definitivi si potrà essere condotti a stabilire la strada dall’una all’altra sponda del Bisenzio invece di tenerla unicamente sulla sponda Ovest.»

La nuova linea si allaccerebbe alla ferrovia Pistoia-Firenze «a 1610 metri ad Est dalla stazione di Prato, cosa per la quale si avrà da portare oltre al punto di allacciamento, verso Firenze, l’attuale stazione di Prato, che sarebbe del resto affatto insufficiente, nè comporterebbe opportuni ingrandimenti.»

Tale è il tracciato della Direttissima ideata dal Comm. Protche ed indicata schematicamente nella fig. 4 bis, cioè senza pretesa di fissare l’ubicazione della linea rispetto ai corsi d’acqua.

La nuova linea, considerata a partire dalla stazione di Bologna fino al suo termine nella stazione di Firenze, Porta alla Croce (punto d’arrivo comune colla Direttissima Zannoni), risulterebbe composta dei seguenti tronchi:

     1. Bologna-Sasso Km. 18,940
     2. Sasso-Mulino Cà d’Onofrio » 25,330
     3. Mulino Cà d’Onofrio-S. Quirico (Galleria di Montepiano) » 17,780
     4. S. Quirico-Prato » 21,050
Km. 83,100