Pagina:Continuazione delle memorie e documenti della fondazione della biblioteca circolante popolare di Prato.djvu/61

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stra il popolo, se poi non ha libri di lettura gratuita. Le Biblioteche circolanti giovano a questo. Ed io dirò col Tommasèo: «Quel che importa è che appreso a leggere, il popolo abbia degni libri da leggere». Qui appunto sulla frase degni libri giovava insistere, e notare quali fossero degni libri; non le caricature oltraggiose alla religione, alle più riverite autorità, al buon senso; non i dipinti osceni che adornano libri empi o lascivi; nè quei libercoli che adulano le plebi e le eccitano a desiderii di dissoluzione sociale. Chi dirige questa Società adoperi a fare che la medicina non si muti in veleno. Libri buoni popolari ne abbiamo assai. Ne hanno scritti il Tommasèo, la Rossellini, il Cantù, il Troja, il Thouar ec., come tutti sanno; e sono pure Calendari e Strenne molto costumate, e scritte con locuzione pura e chiara,* ma che sventuratamente non vanno per le mani del contadino e dell* artigiano che non possono spendere.

L. N.

La Gioventù, rivista nazionale Italiana Vol. IV. Disp. 4 Aprile 1867.


Società pella lettura popolare In Prato.

Di quanti e quali benefici siano apportatrici le biblioteche popolari ce lo dicono chiaramente l'Inghilterra, il Belgio e la Germania che da anni parecchi le hanno. Queste istituzioni moralizzano il popolo e gli illuminano l'intelletto; lo moralizzano inquantochè lo tolgono all'ozio nei giorni festivi e a tutte le funeste sue conseguenze. Nelle nazioni che ho più sopra nominate, nelle lunghe serate d’inverno si veggono i padri di famiglia, fino quelli delle campagne, sedere accanto al fuoco con attorno i loro cari che leggono e spiegano qualche utile libro popolare che vien loro somministrando la biblioteca del popolo, a