Pagina:Continuazione e fine della Replica del dottor C. Cattaneo alla Risposta dell'ing Giovanni Milani.djvu/18

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DELL'INGEGNERE MILANI 363

vole litografiche col disegno del Ponte Meduna. L’editore del Cosmorama riprodusse una di quelle tavole coll’antico articolo del dott. Cattaneo; il che non violava i diritti di nessuno. Ma il sig. Milani n’ebbe una ben diversa idea. “Io, ch’era occupato nella riconoscenza del terreno, e nelle operazioni geodetiche per la scelta della linea, non seppi tutto questo che il 19 novembre a Góito, mentre era diretto verso Milano. Giunto a Milano, chiesi súbito una conferenza colla Sezione lombarda, e l’ottenni la sera del 24 novembre, e presente il dott. C. Cattaneo, vi esposi: Mentire l’opuscolo stampato dalla direzione — (bella frase d’un impiegato sugli Atti officiali de’ suoi superiori, e in loro presenza), — “mentire l’opuscolo stampato dalla direzione, e far torto a me.... Il progetto del sig. Meduna non potersi dire il progetto del ponte di Venezia, ma un’ipótesi; tuttavia quella stampa potermi far grave danno, perchè il mio avrebbe dovuto esservi simile, e quindi poter essere forse creduto eguale; perchè tutti i ponti si somigliano; e perchè la massa degli uomini non giudica che dalle apparenze; chiedere alla giustizia della Direzione... volesse smentir l’opinione che si andava disseminando degli scritti suddetti, che in fine io non fossi che il materiale esecutore dei pensieri altrui; impedire in séguito, per quanto fosse in Lei, tutto ciò che condur potesse l’opinione publica in simile errore (§ 109.°).” Lo scritto del dott. Cattaneo risaliva al dicembre 1836, cinque mesi prima che il sig. Milani fosse eletto, e prima ch’egli si risolvesse di copiare il Ponte Meduna, e quindi non poteva aver avuto il fine di farlo apparire copiatore; e ancora nel 1837 chi mai poteva sapere che le intenzioni del sig. Milani fossero di copiare quel ponte, e di non riconoscerne l’autore? E comunque fosse, il sig. Milani non doveva rivolgersi ai direttori, ma al Cattaneo stesso, che vi avrebbe potuto rimediare da sè, senza che la Direzione se ne mescolasse per quanto fosse in Lei. Tuttavia, come si vedrà, il sig. Milani ottenne le più cortesi ed ampie spiegazioni e soddisfazioni. Il che lo animò a promovere nuovi pettegolezzi.

Sul principio di dicembre l’ingegnere Milani pensò d’accettare nel suo officio due laureati, che stavano scontando la loro pratica d’ingegnere. Si ricordò allora della stolta e scortese accoglienza che aveva fatto al sig. Colombani.