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Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/17

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( XVI. )


La cui tiranna violenza, e impero
Ne’ Secoli ignoranti, e tenebrosi
Spaventava la plebe, e i falsi Saggi.
300Tanta licenza, che a Poeti è data
Di finger d’inventar fole, e romanzi,
Qual però i miglior Vati in uso han posta
Sempre mescendo l’utile col dolce,
Raffrenarla dovean con lor dottrine
305I severi Filosofi, purgando
L’alta caligin delle menti umane.
Ma i Filosofi stessi, i magni, i sommi
Di Sapienza Banditor divini,
Dell’eterna Materia Auspici, e Autori,
310Con aerei Sistemi, e sottil troppo
Confirmaron l’erronea opinione
De gl’Idioti, che i Pianeti, e gli Astri,
Come gl’Imperator dell’Oriente,
Un crudel Dispotismo esercitando
315Abbian lo scettro in man della Natura,
E sia lor volontà fatal destino;
Malgrado quella libertà, che diede
L’Onnipotente all’Animal più caro,
Di cui per un mister profondo e oscuro,
320Per un decreto non inteso mai,


Ma