Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/62

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( LXI. )


1330La sua Germania il chiamerà nei Voti;
E quando il sacro Impero andrà in battaglia
Contro la Luna, che il fier Turco innalza
Su le barbare sue temute Insegne,
Ei scenderà dal Cielo, e fulminante
1335A gli Eserciti innanzi, e in mezzo all’Aquile
Combatterà vittorioso ognora:
Suonerà Federico il Campo tutto,
Canteran Federico i Vincitori
Di timballi, e di trombe al romor lieto,
1340E dei bronzi di Marte al tuon sestante.
In Prussia giace il busto mio sepolto,
E avvolto in sacri arredi; e al Prusso Eroe
Questo verace Vaticinio io deggio:
Perchè non vivo ancor che anch’io godrei
1345L’almo favore, ed il divin congresso
Del gran Monarca in compagnia d’Argeans,
E d’Algarotti, e di Mapertui,
E con Volter, che d’Aganippe i Cigni
Or fa cantar sul Ginevrino Lago;
1350Con Russò, che pietroso asil clemente
Ha ritrovato in Neuchatel col suo
Profugo Emilio dall’Olanda, e Francia;
E da Ginevra stessa, ove agitati


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