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capitolo xix. 151


35.  Era Gesù, figlio di Maria, per parlare la parola della verità, quello su cui essi suscitano de dubbi.

36.  Dio non può aver figli. Lungi dalla sua gloria questa bestemmia! Quando vuole una cosa, dice: Sia, ed è.

37.  Dio è il mio Signore ed il vostro. Adoratelo. È la strada retta.

38.  I partiti differiscono d’opinione fra loro. Guai a coloro che non credono alla comparizione del gran giorno?

39.  Fa loro intendere, fa loro vedere il giorno in cui verranno dinanzi a noi. Oggi i malvagi sono chiaramente deviati.

40.  Avvertili del giorno dei lamenti, del giorno nel quale l’opera sarà compiuta, quando, immersi nella noncuranza, non credono.

41.  Noi erediteremo la terra, e tuttociò che vi esiste; essi ritorneranno a noi.

42.  Parla anche, nel Libro, d’Abramo; egli era giusto e profeta.1

43.  Un giorno disse a suo padre: O padre mio! perchè adori ciò che non vede, e non sente, e che non potrebbe servirti a nulla?

44.  O padre mio! mi è stata rivelata una parte della scienza che non t’è giunta. Sieguimi; ti condurrò per la stessa via.

45.  O padre mio! non servire Satana, poichè è stato ribelle al Misericordioso.

46.  O padre mio! temo che il gastigo del Misericordioso ti giunga, e tu divenga cliente di Satanasso.

47.  Suo padre gli rispose: Tu hai dunque avversione per le mie divinità? O Abramo se tu non cessi di agire cosl, io ti lapiderò. Lasciami per molti anni.

48.  Che la pace sia su te, rispose Abramo; implorerò il perdono del mio Signore, poichè egli è deferente per me.

49.  Mi allontano da voi, e dalle divinità che invocate al fianco di Dio. Io invocherò il mio Signore. Forse chi sa, non sarò infelice nelle mie preghiere al Signore.

50.  Quando si fu separato da essi, e dalle divinità ch’invocavano, gli demmo Isacco, e Giacobbe, e li femmo ambedue profeti.

51.  Li accordammo i doni della nostra misericordia, e la lingua sublime della veracità.

52.  Parla ancora, nel Libro, di Mosè; egli era puro; era inviato, e profeta.

53.  Lo avvisammo alla dritta del monte Sinai che si avvicinasse a noi, per parlare con esso in segreto.

54.  Per nostra misericordia, gli demmo suo fratello Aronne, profeta.

55.  Parla anche, nel Libro, d’Ismaele. Era fedele alle sue promesse, inviato, e profeta.

  1. Crediamo necessario di fissare l’attenzione del lettore sui nomi di profeta (nebi) e d’inviato (resul) uniti ai nomi dei personaggi di cui si tratta in questo capitolo. Queste parole appartenendo ambedue a Mosè, a Gesù ed a Maometto, si ha l’abitudine di servirsene indistintamente, e di confonderne il significato; però non possono applicarsi indistintamente a tutte le persone che hanno avuta qualche rivelazione. Il titolo di nebi, profeta, appartiene ad Abramo, Isacco, e Giacobbe; essi sono depositarj del culto di Dio unico, ma il loro ministero è limitato alla loro famiglia. Altri sono resul (inviati, apostoli) presso un popolo incredulo; tali erano Houd, Saleh, Choaib, che predicavano agli arabi. E perciò che Alessandro il Grande, che i maomettani non possono figurarsi come idolatra, è un apostolo mandato per gastigare i popoli cattivi, ed idolatri (Vedi cap. 18, vers. 86). Mosè, Gesù, Maometto, che riunivano in famiglia il dono della profezia coll’apostolato, riuniscono questi due titoli; i maomettani vi uniscono ancora quello di veli (amico di Dio, o Santo). Così, secondo ciò che abbiam detto, gli uni sono nebi, resul, e veli; altri nebi, e veli, solamente; altri infine veli solamente, come, per esempio, Alj, genero di Maometto.