Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/37

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Pure, in mezzo a quel tempo tanto triste, vedo risplendere un bel raggio di sole. Una sera, ero malata moralmente e fisicamente, mi trovavo in quell’età in cui c’è uno squilibrio in tutto il nostro sistema nervoso e pure avendo visceri sani si soffrono mali incredibili, si sprezza la vita prima ancora d’aver vissuto, s’ha il cuore riboccante d’amore e s’odia tutto il genere umano, si ha bisogno di compagnia e la si sfugge, vengono le lagrime agli occhi senza saperne la ragione, e la vita diviene insopportabile se non si ha un cuore fidato in cui appoggiarsi.

Era un giorno di primavera e d’uscita. Le mie compagne erano andate tutte coi parenti e cogli amici a respirare l’aria dei campi rivestiti di nuovi fiori, a inebbriarsi di libertà, a far provvista di gioia per un mese. Io sola ero rimasta a passeggiare per