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106 libro terzo

tra i ribelli alla Concezione, non trovandovisi che l’Ammiraglio, ed operai ch’eseguivano i suoi piani, onde non vi erano la nè tribunale, nè cancelliere, nè usciere, nè ufficiale di polizia, ma semplicemente un posto di cavalleria. Fu dunque alla sede del governo, e nella prigione della cittadella, che furono rinchiusi, poi esaminati e giudicati i colpevoli: l’ardito colpo di mano che fece cader Mogica di notte tempo in potere di Roldano, non poteva essere tentato dall’Ammiraglio; non conveniva nè alla sua dignità nè al suo carattere. D’altronde, se fosse venuto lo stesso Ammiraglio, come non avrebbe preso nella guarnigione della fortezza altro che tre soldati, oltre i sette servi di cui è parlato? Per lo contrario, questo picciol numero di soldati spiegasi dalla posizione topografica di Roldano, il qual era in campagna, lungi da ogni guarnigione: l’Ammiraglio non aveva abbandonato la Concezione da più mesi, e non se ne allontanava quasi mai.

L’Herrera si è ingannato, non intorno al fatto, ma rispetto ai nomi.

Per lo contrario, lo scrupoloso storico don Fernando rettifica i nomi e le date, e attribuisce a ciascuno ciò che gli appartiene in questi avvenimenti. Egli prova l’assenza dell’Ammiraglio1; parla del suo carteggio col gran-giudice intorno agli incolpati; menziona il processo regolarmente fatto a San Domingo, e seguito dal supplizio del principale autore del complotto. Fra il dire contraddittorio di Herrera e l’asserzione particolarizzata di don Fernando, non è lecito di poter dubitare; e noi diciamo, come don Eustachio Fernandez de Navarrete, ove confuta con lealtà il suo avo, che tra le due relazioni di questi storici, quella di Fernando appare la più veridica2.

D’altronde la pietà di Colombo gli avrebb’essa permesso il rigore quasi empio, che priva un moribondo di un sacramento, sua ultima consolazione, e sua unica speranza? ll Vice-re avea

  1. Fernando Colombo, Vita dell’Ammiraglio, cap. lxxxiv.
  2. “Pero en cuestiones como estas en que el afecto filial non ha podido ladear la pluma de D. Hernando, su relacion debe ser la mas veridica.” — D. Eustaquio Fernandez de Navarrete, Coleccion de Documentos ineditos para la historia de España, tom. XVI, p. 524.