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capitolo nono 131

certo, perchè ogni speranza su questo particolare era gia svanita prima della mia partenza1

Trovato il Nuovo Mondo, egli pensava restargli fare il giro del globo, e riscattare il Santo Sepolcro; voleva prima di morire schiuderne la via ai popoli, ai quali aveva apportato il Segno della salute.

Un segreto movente si aggiungeva al suo fervor religioso per ispingerlo a questa navigazione; la contentezza di contemplare parti sconosciute della Terra. Il ghiaccio dell’età non aveva per niun modo raffreddato il suo entusiasmo. Colombo non poteva stancarsi di ammirare la creazione, e d’innalzare la sua anima verso il Creatore. Nessun uomo in questo mondo aveva percorso una tale estensione di mare e di rive. Quanto più aveva veduto, e più larga era la sua nozione delle magnificenze del Verbo, tanto maggiore era la profondità e la grandezza delle sue impressioni.

Durante il suo riposo, appena il suo genio terminava di essere alle prese collo sconosciuto, e la sua penetrazione cessava di studiare per sorprendere una qualche gran legge del nostro universo, il suo spirito meditativo si adagiava in una contemplazione deliziosa. Quando nel silenzio del suo isolamento, tra gl’intervalli della preghiera, raccogliendosi in sè stesso, Colombo si abbandonava alla dolcezza del ricordarsi, gli pareva ascoltare, in fondo all’eco lontano dell’anima, le sonore armonie della poesia equatoriale, il fremito de’ venti e dell’onde, le austere note delle melodie dell’Oceano. Ad ogni suo menomo interrogar la memoria, vedeva succedersi innanzi i più variati prospetti dalle buie nebbiose de’ mari germanici e de’ ghiacci dei mari polari, sino agli splendori delle Antille, ed alle magnificenze della flora equinoziale. Le isole Fortunate, le Azorre, l’arcipelego del Capo Verde, i grandiosi aspetti della terraferma, la maestà dell’Orenoco, il golfo delle Perle, il cielo

  1. “Yo no vine este viage á navegar por ganar honra ni hacienda: esto es cierto, porque estaba ya la esperanza di todo en ella muerta.” — Lettera di Cristoforo Colombo ai Re Cattolici, scritta dalla Giammaica il 7 luglio 1503.