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192 libro quarto

miniera d’oro alla superficie del suolo. Avendo le guide condotto l’Adelantado sopra una montagna elevatissima, gli additarono terre che si distendevano quanto può veder l’occhio, e lo assicurarono che in tutta quella regione ed anche a venti giornate al di là verso ponente, esistevano miniere d’oro, e nominarono le città e i villaggi ove se ne trovavano di più o meno abbondanti. Fu saputo poscia che Quibian aveva fatto condurre gli Spagnuoli, non alle sue miniere, di cui aveva tenuto celato il luogo, ma a quelle di un cacico suo nemico, affine di metterlo alle prese cogli stranieri.

Dopo ch’ebbe reso conto della sua missione, l’Adelantado ripartì il giovedì 16 febbraio, procedendo lungo la costa alla testa di cinquantanove uomini, seguiti dalle scialuppe: percorse una parte del littorale d’Urira, vi ottenne provvigioni, e se ne tornò con molt’oro ottenuto mercè di baratti.

L’Ammiraglio risolvette, poichè lo stato delle sue navi gli vietava allora la ricerca dello stretto, di stabilire su quel punto un posto militare, che sarebbe al tempo stesso una fattoria per la ricerca dell’oro, mentre egli se ne andrebbe direttamente in Castiglia a prendere rinforzi e munizioni. Fece diversi doni a Quibian affinchè non s’insospettisse di quello stabilimento sulle sue terre. Fu scelto un luogo un po’ alto vicino al fiume, ad un chilometro dalla foce. Ottanta uomini vi sbarcarono sotto il comando dell’Adelantado, fecero case in legno con tetti di foglie di palma; costruirono sodamente un gran magazzino per racchiudervi le provvigioni da bocca, le armi e l’artiglieria. L’Ammiraglio lasciò loro il Galiziano provveduto il meglio che fu possibile, e munito di utensili di pesca; indi si dispose alla partenza. Già ai torrenti di pioggia ed alle innondazioni era succeduta senza transizione la siccità. Il fiume si era considerabilmente abbassato: la sabbia, spinta dai flutti, formava all’imboccatura una barriera insuperabile; non v’era là che un mezzo braccio d’acqua. Fu necessità pazientare. Colombo aspettò che cotesto pioggie, tanto maledette dianzi da’ suoi equipaggi, ed allora così vivamente desiderate, venissero a liberarlo da quel blocco.