Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/265

Da Wikisource.

capitolo sesto 245

effondersi, si scielse egli tal confidente che, in capo a tre secoli ci ha rivelato il suo pensiero, e insegnato qual fu la sua preoccupazione nell’ansia dolorosa di quell’esilio. Questo confidente è la brutta-copia del libro delle Profezie, che l’Ammiraglio aveva recato nella sua navigazione, e ch’era solito tener seco insieme a pochi libri, compagni ordinari de’ suoi viaggi, tra gli altri l’Imago Mundi1 del dotto cardinale Pietro d’Ailly, divenutagli intima e familiare.

Si vede dalla rivelazione postuma del libro delle Profezie, che l’anima di Colombo rimaneva immutabilmente giovane e poetica sotto il peso degli anni, e l’oppressione de’ patimenti. Il rivelatore del globo parlava a sè medesimo in versi, e si proponeva questo quesito: qual può essere la cagione del mio esilio?2 e la sua fede cercava la soluzione di tal problema divino!

Erano corsi otto mesi dopo la partenza di Diego Mendez, e non si aveva peranco alcuna notizia della Hispaniola: eccettuato l’Ammiraglio, certo del di lui felice arrivo, nessuno conservava

  1. Non senza interesse si verrà a conoscere, che questo esemplare dell’imago mundi, da cui Colombo mai non levavasi nelle sue esplorazioni, sembra esistere ancora colle annotazioni in margine di sua mano. La Biblioteca Colombina fondata a Siviglia da don Fernando Colombo, secondogenito dell’Ammiraglio, conserva preziosamente questa reliquia del genio. Nelle note e documenti giustificativi del primo volume della sua storia generale del Brasile, il signor di Varnhagen cita. alcune di quelle note autografe. Questo dotto autore espone ponderatamente la sua opinione sulla origine di questo esemplare. — Chegamos a convencer nos de que essas notas marginaes bemque escriptas em lettra muito mais muida para poupar as margen, são do proprio punho de Colombo, e não de sen irmão, como julgou com Las Casas 0 Sr Washington Irving.”— Historia Geral do Brazil. Notas ao tomo primeiro.
  2. Al foglio 77 del libro de las Profecias, leggonsi questi due versi. scritti da Colombo di sua mano

    Qual sea la causa de tanto destierro
    Por mill prolungado y mas de quinientos.

    L’istoriografo reale don Bauttista Muñoz ha segnalo questo autografo e postovi in calce “Es de letra del Almirante” Coleccion diplomática pag. 272.