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capitolo decimo | 339 |
«Insegnava e dava a tutti esempio di ben vivere, da cavaliere religioso, qual era, di gran prudenza e sapere, a tale che tenne il paese in gran pace e quiete1.»
Quando vien qualificato «buon cristiano, gran limosiniero, compassionevole a’ poveri, dolce e cortese con tutti» uno scellerato siffatto vuolsi per natural conseguenza, mostrarsi severo anzi ingiusto verso de’ galantuomini: chi loda il delitto trionfante non può applaudire la virtù oppressa.
I nostri lettori ricordano certamente il procedere frodolento di Ovando verso Colombo, dopo il suo naufragio alla Giamaica, e gli oltraggi di cui lo abbeverava, nel tempo stesso che lo albergava in sua casa, affine di conciliarsi l’opinione della colonia, sdegnata della sua tardanza a soccorrerlo. Oviedo tace delle offese fatte all’Ammiraglio; e ci mostra il commendatore che le festeggia sino al momento della sua partenza2.
L’ultimo e più violento tra’ calunniatori di Colombo in Ispagna, don Martin Fernando di Navarrete, loda anch’esso Bobadilla; e per accreditare l’opinione di Oviedo, si appoggia alla testimonianza di Las Casas, il quale dichiara di non aver mai sentito dire di lui «cosa disonorevole o che indicasse avarizia, neppur dopo la sua deposizione e la sua morte3. Indi, contorce le parole di Oviedo per accusar Colombo di colpe nascoste! le quali indiziavano il segreto motivo della punizione inflitta dai Monarchi; e soggiunge che questi gli avevano usato favore e fatto grazia: si può egli spingere più in là l’impudenza dell’odio?
Oviedo non parla nè di favore nè di grazia; che se riferisce l’opinione dei nemici dell’Ammiraglio, aggiunge, almeno, qual correttivo «certo è che non fu mai penuria di mormoratori e d’invidiosi in questo mondo, principalmente in quel paese così
Ecco le parole di Oviedo. — “Llegado el Almirante á esta ciudad de Santo-Domingo estuvo algunos dias descansando aqui. Y festejóle el comendador mayor y tuvóle en se posada, fasta que despues se partió el Almirante en los primeros navíos que fueron a España.” — Oviedo y Yaldez, la Historia natural y general de las Indias, lib. III, cap. ix.