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capitolo decimo 385

morte, la sua conversazione cominciata ne’ cieli prima che il suo soffio immortale abbia abbandonato questa terra, il principio prodigioso, e il fine edificante del gran dramma del suo terreno pellegrinaggio, tuttociò non indica forse in Colombo un predestinato?

Colombo possedette visibilmente le tre virtù teologali; praticò costantemente le quattro virtù cardinali; i sette doni dello Spirito Santo parvero discesi sopra di lui; e noi abbiamo in lui trovato Dio ammirabile, come lo è sempre ne’ suoi Santi.

Dietro l’esame dei fatti, è difficile supporre che questo adoratore in ispirito e in verità, che questo seguace del Verbo, che quest’uomo di misericordia, il quale perdonava a’ suoi nemici ed anche a’ suoi carnefici, e rimase povero in mezzo alle ricchezze, che questo precursore della Buona Novella nel Nuovo Mondo, che questo araldo insomma del Re di gloria cotanto favorito da Dio, non sia nel numero de’ suoi eletti nel cielo, dopo di esserlo stato così manifestamente sulla terra.


§ X.


I fatti che abbiamo ricordati, di qual ordine son essi? appartengono al mondo od alla santità? Se non si fosse letto ciò che precede, a scorrere anche solo questo capitolo, non si crederebbe che trattasi della storia di un beato, e che trascriviamo alcune pagine della vita di un santo?

Quanto a noi, da lungo tempo la nostra opinione è formata sotto questo rispetto! Primieramente, l’abbiamo chiaramente espressa nel 1843, nel nostro libro Della Croce nei due Mondi; indi ella si è corroborata per uno studio speciale di quell’epoca e di quel carattere. I nostri primi presentimenti si sono rifrancati; e considerando il Rivelatore del Globo come degno della riverenza del genere umano (perocchè senza l’autorizzazione della Chiesa non osiamo per anco dire di più), noi portiamo un pio amore alla sua memoria.

Ma questo non basta.

Scovriamo il fondo intimo del nostro pensiero: dichiariamolo

Roselly, Crist. Colombo, T. II. 25