Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/47

Da Wikisource.

27



CAPITOLO TERZO.

Avvenimenti accaduti ad Hispaniola durante l’assenza dell’Ammiraglio. — Divieto fatto, per suo ordine, ai cattivi cristiani di lavorar nelle miniere. — Malcontento de’ Castigliani. — Viaggio dell’Adelantado a Laragna. — Corte della regina poetessa Anacoana. — Il gran Cacico Behechio consente a pagare il tributo. — Durante l’assenza dell’Adelantado il gran giudice dell’Isola si mette in ribellione. — Arrivo delle tre caravelle che l’Ammiraglio aveva dalle Canarie spedite direttamente alla Spagnuola. — Il ribelle Roldano ottiene viveri ed armi. — Su quaranta condannati sbarcati sotto gli ordini del capitano Giovanni Antonio Colombo, trentatrè si uniscono ai ribelli.

§ I.


Perchè il lettore sappia in quali circostanze l’Ammiraglio ripigliava le redini del governo, consideriamo di volo i fatti accaduti alla Spagnuola durante la sua assenza, dal 10 marzo 1496 al 30 agosto 1498.

Nell’abbandonar l’isola l’Ammiraglio aveva promesso ai coloni che avrebbe loro mandato pronti soccorsi. Le tre caravelle condotte da Pier Alonzo Niño erano, per verità, cariche di viveri; ma così a motivo delle connivenze della marina per la loro fornitura, come per la poca cura posta a conservarli durante il viaggio, la maggior parte delle provvigioni andò perduta; sicchè questo primo soccorso era quasi illusorio. Da quel tempo fino al giorno in cui l’Ammiraglio, troppo inquieto sulla sorte di Hispaniola per aspettar l’intero armamento delle sei caravelle destinate alla sua terza spedizione, aveva fatto partire, sotto gli ordini di Pedro Coronel, le due prime che furono pronte, erano passati quattordici mesi1 senza che gl’infelici abitanti della colonia avessero ricevuto alcuna notizia dalla metropoli: si credevano dimenticati, e accagionavano l’Ammiraglio del

  1. «....Que pasados mas de catorce meses de su partida no habia cumplido la palabra de mandarles socorro.» — Muñoz, Historia del Nuevo Mundo, lib. VI, § 10.