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capitolo settimo 197

fusa nell’aria, la cui purezza diafana, imbevuta come di luce, alletta lo sguardo, e lo lascia arrivar lungi. Sino dall’albeggiare del dì i menomi vapori si colorano di gradazioni prismatiche in cui campeggia il roseo: quando il primo soffiare de’ venti ha spazzato questo velo ondeggiante, e messo a nudo il vivo azzurro de’ cieli, il sole, impadronendosi rapidamente dello spazio, pare col suo splendore sovrano coronarsi re del visibile: le sue chiarezze illuminano tutte le alture dell’orizzonte, e l’oceano sfavilla sotto la vasta proiezione del raggio che riverbera. Il mare è di una trasparenza abbagliante, come se fosse infiltrato delle gradazioni più fuggitive del verde; e le mezzetinte più delicate dell’azzurro diversificano le onde, su cui galleggiano qua e là frasche d’ulva ondeggiante, ovveramente crittogami, fra i quali passano spesso molluschi bizzarri, e schiere di meduse dai riflessi di ametista.

L’estrema limpidezza del mare permette di vedere i solazzi, le liti, le migrazioni delle popolazioni sotto-marine. Schiere festevoli o paurose di pesci dalle pinne lucenti si slanciano fuor della superficie, vi si tuffano di nuovo, e n’escono volando più lungi, e saltano fin sul cassero, come per sopravanzarsi l’un l’altro, o fuggendo le squadre dei porci marini e dei tonni, che, volteggiando graziosamente, gli insidiano a fior d’acqua. L’occhio segue a certe profondità ora le orade dalle belle squame, ora enorme granchio od altri curiosi pesci. Più spesso, scortato da’ suoi ostinati piloti, gira intorno alla nave un omicida pesce cane. Di quando in quando l’uccello nominato fregata dalle larghe ale, fugge, torna, si libra sui flutti, vi s’immerge e risale colla preda negli artigli.

Ma in certi giorni regna solitudine sull’Oceano; silenzio vi si distende, e l’immobilità pesa sull’umida pianura. L’aspetto di quel vasto riposo, imagine sensibile della grandezza, evoca l’infinito nel pensiero. Allora si dileguano dalla memoria la bellezza de’ continenti, la superba altezza delle montagne, la dignità de’ fiumi, la ricchezza della vegetazione, il pittoresco delle prospettive e la diversità de’ fenomeni terrestri: la sublimità dell’Oceano conquide a reverenza la curiosità dell’uomo.

La notte medesima, coprendo co’ suoi veli questa maestà, non