Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/355

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capitolo terzo 347

teramente la razione; e la collera del Vicario Apostolico quietò incontanente.

Mentre il pio frate Giovanni Bergognou francescano, e il frate Roman Pane, detto il povero eremita, gerolimitano, si applicavano a studiar la lingua di Marcorix, ch’era l’idioma più diffuso nei diversi popoli dell’isola, il Superiore della missione disgustato di que’ poveri Indiani, cercava persuader la Regina dell’inutilità del suo soggiorno fra di essi, a motivo della difficoltà del linguaggio, e la supplicava di ordinare il suo ritorno in Ispagna.

Nonostante queste contrarietà, i lavori più urgenti si eseguivano la mercè della fermezza di Colombo. Egli fece partire la guarnigione da Isabella per l’interno dell’isola, nel disegno di riconoscerlo compiutamente, di mostrare alle popolazioni lo stendardo della Castiglia, e la forza de’ suoi sudditi; di sapere ove giacevano l’oro, le ricchezze del suolo e i suoi migliori punti strategici. Tale partito offriva alla colonia. il vantaggio di assicurarle i viveri per un tempo più lungo, e di abituare i soldati agli alimenti degl’indigeni. L’ammiraglio mandò, pertanto, a Pedro Margarit tutta la soldatesca sotto la condotta di Oseda, il quale doveva rimettergliene il comando per assumere quello del forte San Tomaso.