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cara», le dice. Egli lo adora e adora la sua donna. Ma ecco che il bambino a un tratto si ammala. Ambedue per ore intere stanno chinati sul lettuccio, col cuore pieno di angoscia... e il bimbo muore! Col cuore affranto, il padre rimane curvo sul corpicino reggendosi il capo con le mani: «Dio mio! — esclama — che ho fatto mai per meritarmi tanta afflizione? Avrei dato qualunque cosa, avrei fatto qualunque cosa, purchè il mio bambino fosse rimasto in vita!».

Ciò che quel padre sente sul cadavere del suo piccino, noi lo sentiamo per i nostri focolari, per la libertà che difendiamo: daremo ogni cosa, faremo qualunque cosa, per salvarli.

«Ma — dice qualcuno» — voi state rinunziando alla libertà. Vi state prussianizzando. State adottando ogni sorta di restrizioni, di regolamenti. Il popolo non è più libero di far questa o quella cosa. Dovete lavorare per forza, dovete andar soldato se vi chiamano: non potete più vivere a vostro piacimento!».

Verissimo, ma perchè questo?

Noi abbiamo fatto il temporaneo sacrificio della nostra libertà individuale, per assicurarci quest’ultima permanentemente. Perciò stiamo pagando un prezzo elevato, ma lo stiamo pagando di nostra propria volontà. Nulla si può ottenere se non si paga, e un beneficio spirituale non si ottiene se non a costo di un sacrificio materiale.

Quando dovete eseguire un lavoro importante, che cosa fate? Chiamate l’uomo adatto, l’uomo esperto e vi ponete sotto la sua direzione. Ebbene, noi attendiamo ora al lavoro più grande che qualsiasi nazione abbia mai intrapreso. Abbiamo chiamato gli uomini più adatti, gli uomini più esperti. Lasciamo ad essi il compito di insegnarci che cosa dobbiamo fare, in qual modo dobbiamo eseguire il lavoro.