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46 PLATONE IN ITALIA

governo. Volete esser stolti impunemente e saggi senza incomodo. Non otterrete né l’uno né l’altro, e vi perderete.

Voi siete snervati dai piaceri de’ sensi; voi delirate per i vostri cavalli, per i vostri cocchi, per le vostre ville; della vostra giornata un terzo si consuma ad ungervi e pettinarvi, un altro terzo si dá alla crapula ed al vino, e l’altro terzo al sonno. Perché non vi godete in pace quei beni che vi offrono un suolo fertile, un cielo felice, un commercio vastissimo? Perché ricordate inutilmente i tempi di Falanto e dei duri suoi compagni?

Voi ambite la gloria delle armi; e poi temete i pericoli della vita militare, e, piú de’ pericoli, ne temete le fatiche. Irritate col vostro orgoglio nazioni piú potenti: prendete parte ora nelle dissensioni de’lucani, ora de’ napoletani1. Non vi è nazione, vicina o lontana, colla quale non siate o in guerra o in trattati piú peficolosi della guerra. E, quando poi il nemico, stanco di piú soffrirvi, vorrá vendicarsi, voi non potrete resistere, e sarete costretti o a cedere o a darvi ad un altro amico, il quale, sotto nome di protettore, sará per voi piú pesante di un conquistatore. E cosí, senza acquistar gloria, perderete finanche i vostri piaceri.

Voi non vi sapete governare, ed intanto insolentite contro ogni savio che voglia prender cura dei vostri affari; ed i vostri giovani non cessano di riscaldarvi la fantasia con idee di governi migliori, di eguaglianza, di libertá. Stolti che siete! voi volete esser tutti eguali, cioè tutti egualmente felici, ed intanto non riponete la felicitá nella virtú, che sola tra i doni degli iddii è stata distribuita egualmente a tutti gli uomini! Voi volete esser liberi, ed incominciate dall’esser schiavi di voi stessi! Queste visioni di uno stato migliore vi faranno perdere, un giorno, quello stato nel quale, se sapeste contentarvi, potreste esser felici. Imperciocché di ogni cosa se ne trova sempre un’altra migliore. Chi può mettere un freno all’immaginazione di colui che cerca una ragione per non esser soddisfatto? Ma

  1. LIVIO, decade I, libro VI sg.