Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/122

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però crede che il nome di Boiano derivi da quel bove che fu guida ai primi fondatori della cittá, i quali vennero dalla Sabina. Se si vuole prestar fede al loro detto, i sabini, afflitti da lunghissima carestia, votarono a Marte una «primavera sacra»: ciò vuol dire che votarono al dio di scacciar dalle proprie case tutta la gioventú che non aveva oltrepassati ancora i venti anni... Efficace metodo per non far ritornare mai piú la carestia! Siccome ciascun uomo produce col suo lavoro molto di piú di quello che consuma pel suo alimento, cosí il discacciar dieci uomini, perché mancano i viveri, mi par che sia lo stesso che scriver questa legge: «Perché dieci uomini consumano un anno per l’altro cento misure di grano, e perché il grano che abbiamo non è sufficiente per tutti, noi padri della patria vogliamo e decretiamo che quei dieci uomini sien banditi, onde non ne possan produrre dugento misure»! Un tal decreto non lo avrebbero fatto neanche i nostri ateniesi! Basta: sia la cosa come si voglia, ciò, che non farebbero oggi gli ateniesi, credesi che l’abbian fatto un tempo i sabini. Ed eccoti tutta la gioventú in cerca di nuove sedi, condotti da un capitano che chiama vasi Tauro. — No, non era il capitano che chiamavasi Tauro — ti dice un altro: — fu un toro vivo e vero, che Marte istesso inviò per guida ai giovani a lui consacrati; siccome, quando, qualche tempo dopo, questi giovani, divenuti mariti e padri, e mancando anche essi di pane, fecero una seconda primavera sacra, discacciando i figli loro come essi stessi erano stati giá discacciati dai loro padri, Marte inviò un lupo (i sanniti Io chiamati Irpo), il quale diede il nome a quella regione, che è alle falde del Taburno, abitata dai sanniti irpini, che sono nostri discendenti. Il toro dunque, e non giá il capitan Tauro, ha dato il nome a Boiano b). — Ti ho narrato ciò che essi dicono. Tu vuoi che si ricerchino con diligenza le origini antiche de* popoli, perché credi che l’ignorar ciò, che sia avvenuto innanzi al nascer nostro, sia lo stesso che esser sempre fanciullo. Ora, di quello che ti ho nar- (x) Vedi raccolte tutte queste tradizioni presso Cluverio, Ilalia antiqua .