Vai al contenuto

Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/158

Da Wikisource.

152 PLATONE IN ITALIA tolti dal mucchio degli accidenti ordinari della fortuna; ma mediastutico io non so ben che sia: dunque trascuro il racconto delFavvenimento, e dimando: — Che cosa è mai cotesto mediastutico? — Si suppone nel discorso una legge, un costume: 10 non lo so; dunque sospendiamo il racconto del fatto, e sappiamo qual è la legge, il costume. Questa mia curiositá dá occasione ad una risposta; la risposta genera un’altra curiositá, un altro dubbio; dal dubbio si passa talvolta alla disputa e non manca taluno il quale, oltre del soprannome di «curioso», mi dia anche quello di «disputatore». Questa sera si è parlato delle leggi di Numa e di quelle delle Dodici Tavole. Non vi è romano il quale non le sappia a memoria M. A me pare di riconoscer nelle leggi di Numa le orme della filosofia pittagorica. Spesso vi ritrovo finanche le stesse parole. «Non libate agli iddii con vino di vite selvaggia», ha detto Numa; questo stesso e colle medesime parole avea consigliato Pittagora ( 2 ). Potrei farti lunghissima enumerazione e di antiche leggi di Numa e di proverbi pittagorici. Ciò mi fa risovvenire 11 detto di Archita, il quale credeva tali proverbi non esser altro che gli usi antichissimi, i quali, spesso obbliati dal popolo, si conservan come riti dai sacerdoti e come precetti dai filosofi. «Non sagrificate pesci», lo ha detto Numa e Pittagora: il volgo poco dopo ha detto: «Non mangiate pesci», perché «sagrificio» e «pranzo» nella prima lingua eran sinonimi ; in tempi posteriori si è cercata la ragione di tale divieto, e, non riconoscendosi piú la vera tra la caligine de’ lunghi anni, se n’è immaginata una di pubblica temperanza (3). L’altare ai tempi di Numa non (1) Era questo un costume romano che ci vieti attcstato da Cicerone. (2) Vedi il paragone tra la dottrina di Pittagora e quella di Numa in Plutarco, A Urna. Anche Plinio e molti antichi credevano che la dottrina di Numa fosse la stessa che quella di Pittagora (Plinio, xiii; Frammenta veteris historiae ). A queste autoritá si oppone quella di Livio, il quale asserisce Pittagora esser posteriore a Numa; si oppone Pautoritá di Cicerone, il quale crede anche egli Pittagora posteriore a Nutna. Ma questa obbiezione, tratta dalPetá, svanisce nel nostro sistema di esser Pittagora un nome simbolico e di esservi stati moltissimi Pittagora. ( 3 ) Questa è V inLerpretazione di tutti gli scrittori posteriori. Terrasson, Sulle leggi delle XII Tavola.