Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/92

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che ho fatto io. Non potea io solo coltivar tutte le terre de’ mie genitori: coltivate da’ servi, rendevan poco: le ho divise, ne ho ritenute per me tante quante io ne poteva coltivare, e le altre le ho date ad uomini liberi. Io son diventato piú ricco, ed ho resi cinquanta miei simili piú felici. Oh! quanto poco costa il far il bene a colui il quale ama piuttosto veder coltivate le sue terre che i vizi suoi! In tutto il tempo della mia vita ambiziosa, quando era rettor della patria mia, non ho fatti mai tanti felici. — Uomo saggio! — esclamai io allora — no, non posso crederlo: chi ha una mente quale tu l’hai, non ha fatto mai spargere una lagrima sola. — Ei mi guardò qualche istante, indi riprese: — Giovine, l’uomo cui è affidata la sorte di una cittá non è un dio, e neanche ad un dio è dato l’impedir che non ci sia un infelice. Il far de’ felici non è sempre in mano di chi governa. La natura moltiplica gli uomini, né si stanca mai di produrne; ma la generazione, che giá vive, non lascia mai nulla a quella che deve nascere ancora, e dopo molte generazioni tu trovi sempre che una ha giá usurpato tutto e dieci rimangono senza nulla. Se i primi di una nazione non pensano a dar a queste una parte delle loro ricchezze, cambiandole col lavoro, avrai una folla di oziosi ; se le cambiano colla servitú, avrai una folla di viziosi ; e, nell’uno e nell’altro caso, una folla di miserabili. — Ma dimmi, Attilio — diss’io: — come nacquero in te tali pensieri? — Vi ho detto da principio — egli riprese — che alla mia etá non vi rimane altro da fare che del bene, non altro da conservare che le memorie de’ tempi passati. Lasciatemi proseguir il mio ragionamento, e cosí non defrauderò della debita lode chi fu l’autore primo di questo consiglio. Io avea delle memorie da conservare, e chi non ne ha? Gli uomini sono ingrati : le obbliano ben presto! Qui stava la tomba ove riposavano i miei genitori: qui, anche tra il tumulto delle passioni della mia gioventú, io veniva talora a trattenermi con essi, perché io ho creduto sempre e fermamente credo che, delle