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Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/131

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vere! Cinque ducati ai professori di belle lettere nel Conservatorio di musica! Quindici ducati ai professori di letteratura e di scienze nei collegi ! Che gradazione strana ! Senza fare alcun vantaggio né al governo né alle comuni, il decreto di Vostra Maestá diventa un vero peso per gli abitanti del Regno. Difatti questi abitanti, dopo il decreto del re Giuseppe, non pagavano assolutamente nulla; prima di questo medesimo decreto pagavano molto meno di dodici carlini l’anno: oggi ancora posson trovar maestri di leggere e scrivere per quattro carlini soltanto.

Di piú si direbbe che si è proprio voluto che il nuovo decreto di Vostra Maestá fosse accolto ancora meno favorevolmente, rendendolo coercitivo, cioè obbligando i padri di famiglia a mandare i lor figli alle scuole nuovamente stabilite. Chi lo crederebbe. Sire, che sotto il governo di Vostra Maestá, nel secolo decimonono. l’istruzione sarebbe per questi popoli occasione d’una violenza o d’una vessazione? e che questi popoli sarebbero ridotti, non dirò solo a rimpiangere le disposizioni del re Giuseppe, ma anche l’abbandono e l’oblio in cui li lasciava l’antico governo? Sire, tutto ciò che io sono in questo mondo lo debbo unicamente a Vostra Maestá: debbo per conseguenza dirle tutta intera la veritá. La debbo dire come un uomo penetrato di riconoscenza, e perché parlo a un re magnanimo, che ama e non potrá mai temere il linguaggio della franchezza. Vostra Maestá ama i suoi popoli e ne è amato: Vostra Maestá vuole che l’istruzione si diffonda, perché l’istruzione pubblica è il primo bisogno e il primo mezzo di felicitá per un popolo, come è il piú bel titolo di gloria per un sovrano. Giusta queste considerazioni. Vostra Maestá può giudicare se il suo ultimo decreto è veramente conforme alle sue intenzioni liberali, generose e benefiche. Potrei bene aggiungere ancora altre osservazioni, e sopra tutto sulle scuole di medicina, stabilite nell’ospedale col decreto Idei 14 maggio 1810] io. Queste scuole son tali, non temo (i) In bianco nel tris. [Edd.].