Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/132

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di dirlo a Vostra Maestá, che appena sarebbero state sopportabili un secolo fa. Oggi che la medicina ha fatto tanti progressi, queste scuole sembrano essere come un ostacolo ai lumi, e non possono avere altro risultato che di ritardare il progresso della scienza. Perché dunque, invece d’imitare i grandi esempi di Parigi, di Gottinga, di Vienna e di Pavia, siamo ridotti a rinnovare istituzioni invecchiate, utili forse nella loro origine, ma che oggi non sono se non un contrasto quasi umiliante con tutto ciò che si fa nel resto dell’Europa? Ma tutti questi particolari. Sire, forse importunerebbero Vostra Maestá. Mi limiterò a due osservazioni. 1. Una buona organizzazione per la pubblica istruzione non può esser determinata se non da un medesimo pensiero, in un medesimo tempo. Essa deve in qualche modo venir fuori di getto dalla fonderia. Non potrá mai essere il risultato d’una quantitá di mezze misure, che non possono avere uno stesso centro e uno stesso punto di riunione. 2. L’organizzazione dell’istruzione pubblica in un regno qualsiasi interessa e occupa l’Europa intera. Tutto ciò, che sará fatto a Napoli a questo riguardo, sará sottoposto al giudizio dei dotti di Parigi, di Londra, di Vienna, di Pietroburgo. Non esiste, non può esistere alcun ramo d’amministrazione che interessi altrettanto la gloria di Vostra Maestá. Ed è precisamente questa considerazione che diresse la Commissione d’istruzione pubblica nella redazione del rapporto e del progetto di legge che furono sottomessi a Vostra Maestá. Si volle esaminare la sola legge, senza esaminare il rapporto; non si volle vedere che la legge doveva essere degna di Vostra Maestá; che essa doveva richiamare le espressioni di Sua Maestá l’imperatore relativamente al decreto organico dell’istruzione pubblica, ed elevare la nazione, che è sottomessa alle leggi di Vostra Maestá, al livello delle nazioni piú colte. Non si volle vedere che la legge esprimeva molto meno ciò che ci si proponeva d’ottenere nel primo momento che lo scopo che si voleva raggiungere nell’avvenire Questa legge, per esser degna di Vostra Maestá, doveva comprendere tutto il suo pensiero