Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/16

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Ma ciò che soprattutto contribuisce a conservare l’uniformitá, e nel tempo istesso ad evitare la servilitá nella istruzione, è una direzione generale, la quale, mentre diriga tutte le opinioni, non ne professi alcuna.

Chi non deve disimparare un errore suole essere sempre piú docile ad imparare una veritá; piú indocile di chi tien giá un errore in testa è colui che lo ha tenuto sulle labbra, che lo ha professato, che lo ha insegnato agli altri; per la qual ragione i maestri son sempre piú indocili dei discepoli; indocilissimi poi sempre sono coloro che all’amor proprio uniscono l’amor di una corporazione morale a cui appartengono, e credono dover sostenere non solo ciò che han detto essi, ma anche ciò che è stato detto dai loro antecessori. Quindi tanta caparbietá nelle facoltá antiche, perché esse professavano una dottrina di corporazione. È vero che la direzione è anch’essa composta di uomini, dei quali ciascuno tien la sua opinione; ma, giusto perché ciascuno vi porta la sua, tutte le opinioni particolari cesseranno, e non ve ne resterá che una sola comune a tutti: di tutti gli interessi non ne rimarrá che un solo, e sará quello della gloria. Ma la gloria di un privato bene spesso consiste nel sostener acremente un’opinione qualunque: la gloria della direzione non può ritrarsi da opinioni singolari, perché essa non ne professa alcuna, e deve per necessitá consistere nell’avanzamento di tutte le scienze. Un professore, una corporazione morale può mettere tante volte la sua gloria nel sostener con ingegno un assurdo; il numero dei contradittori accresce il suo entusiasmo. La gloria di chi dirige l’istruzione in generale non consiste giá nell’aver sostenuto con ingegno un sofisma, ma nell’aver meritato gli applausi di tutti gli uomini colti dell’Europa, qualunque siano le loro opinioni particolari. Stabiliti questi principi, passiamo ad organizzare ad una ad una le varie parti della pubblica istruzione. Noi ripetiamo ciò che abbiam detto di sopra, cioè che l’istruzione deve illuminare e dirigere tutte le azioni della vita, e per conseguenza deve abbracciare tutte le cognizioni umane.