Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/174

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mano dell’uomo ad accrescere, migliorare, trasformare i prodotti della natura: ma questa energia non si estende oltre le idee, e quel bisogno, che vince l’indolenza, non può superare l’ignoranza.

Chiunque conosce lo stato attuale delle idee degli uomini e delle cose, deve confessare che le arti non mancano oggi né della protezione de’ governi né degli stimoli dell’ interesse, e deve convenire che, se non fanno que’ progressi che si desiderano, ciò non viene se non da mancanza d’istruzione. Un’altra osservazione non sará neanche sfuggita, ed è quella che noi non manchiamo certamente di sapienti i quali si occupano delle cose utili alla vita, e che la teorica di tutte le arti è coltivata quanto e forse piú di qualunque altra parte delle cognizioni umane. Onde avvien dunque che la pratica non corrisponde alla teorica, e che, mentre noi abbiamo un grandissimo numero di buoni precetti, scarseggiamo ancora di buoni esempi?

Pare che l’istruzione delle arti sia mal affidata alla sola cura degl’individui privati, e che a promuoverla efficacemente sia necessario commetterla ad un corpo permanente. L’istituzione delle societá agrarie ed economiche è una delle piú utili idee di cui si possa applaudire l’ultima metá del secolo scorso; e chiunque conosce l’Europa, e specialmente l’Alta Italia, deve confessare che a tale istituzione si debbono i rapidi progressi che ivi han fatto l’agricoltura e le altre arti. L’istruzione delle arti deve essere piú universale di quella delle scienze; perché, se è pericoloso pretendere ed impossibile ottenere che tutti gli uomini componenti una societá politica sien filosofi, è utile però e necessario che tutti sieno industriosi. Ma non può mai divenir generale un’istruzione la quale non consista piú in esempi che in precetti, né i precetti e gli esempi possono divenir abitudine se non sono molteplici e continuati. Il buon esempio di un uomo solo non si estende che per un brevissimo raggio intorno a lui. Che ha mai prodotto di bene nelle terre vicine l’esempio di quel parroco di Montagano, il di cui nome non si deve obliar giammai, se è vero che la