Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/198

Da Wikisource.

ve ne è neppur uno. La terra, rimasta senza il sostegno degli alberi, è trascinata dalle acque; da per tutto vedete rimaner nude le rocce primitive, come ossa di un cadavere di cui si sfacelino le carni. Il suolo, da per tutto cretoso, nell’estate si fende, s’imbeve d’acqua, e nell’inverno si smotta, si slama e va a render variabile, incerto, rovinoso il corso de’ torrenti e de’ fiumi: donde poi nuovi danni e piú gravi. Vi sono de’ paesi ai quali non si possono dare piu di altri cinquantanni di esistenza: tali sono Lucito e Fossaceca. Insomma tutta la provincia tra un mezzo secolo sará deteriorata a segno che una metá sará trasportata nell’Adriatico, e l’altra metá resterá inutile ad ogni coltivazione. Io non aggiungerò ciò che molti han detto, e non senza ragione, cioè che questo smoderato sboscamento abbia alterato l’ordine delle stagioni, rese piú frequenti le tempeste, le gragnuole e finanche i terremoti. Tutto ciò è vero; ma io credo che ciò che è visibile ai sensi sia piú che sufficiente a scuotere gli animi degli abitanti ed a richiamar l’attenzione del governo, senza ricorrere anche a ciò che ha bisogno di argomenti. Tale è lo stato della provincia. Lasciarla in questo stato è lo stesso che volerla perdere. Quale è il mezzo di migliorarla? La stessa esposizione de’ disordini lo indica. È necessitá di rassodare le terre, attualmente troppo smosse; è necessitá cangiare la coltura, onde piú non si smovano per l’avvenire. La prima parte si deve fare dall’amministrazione pubblica; la seconda da’ privati. III

ALCUNI OGGETTI

DE’ QUALI SI DEVE OCCUPARE L’AMMINISTRAZIONE

Spetta all’amministrazione pubblica ripristinare i boschi distrutti e farne de’ nuovi, ove ciò sia necessario. Spetta all’amministrazione pubblica far delle piantagioni e far de’ tagli e de’ fossi, ovunque ciò sia necessario. Ma tutte queste operazioni non si possono mai far bene in grande. È necessitá discendere