Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/245

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sostanze che non sono ogni dove e que’ fenomeni che passano e non ritornano piú: questi si sono tramandati dal padre al figlio, da un paese ad un altro colla voce o qualche monumento anche piú durevole. Voi avete dunque due sorte di storia: una di osservazione, un’altra di tradizione; ma amendue egualmente interessanti, perché vi danno l’idee di cose necessarie e che intanto voi non potreste sapere altrimente. La vita dell’uomo è un momento: non fa che comparire sulla terra, e, ristretto dippiú fra la piccola atmosfera de’ suoi sensi, che altro potrebbe sapere senonsé quanto vede e sente? La storia ingrandisce la mente dell’uomo; lo rende uomo di ogni etá, cittadino di ogni paese. L’oculare ispezione su di ogni cosa, se pur fosse possibile, a quali fatiche, a quali ricerche, a quali viaggi non impegnerebbe, senza che, dopo di essa, abbiam potuto veder altro che un picciolissimo numero di cose? La storia riunisce dove noi siamo tutti gli oggetti, e la fede supplisce all’osservazione. Fra noi quasi tutto è fede, e l’animo nostro sembra quasi persuaso che ciò, che viene asserito da piú persone capaci di osservar bene e di riferire senza inganno, sia realmente tale quale ci vien descritto. Mi dirai, Solone mio, che la storia ci dá molto bene la cognizione di molte cose; ma che finalmente queste cose sono inutili, e la loro cognizione non equivale affatto alla pena, benché minima, che ci può costare. Che preme a me che si faccia in Persia? quali sieno stati gli antenati di Giapeto? Tu diresti molto bene, se l’uomo nascesse isolato e senza aver bisogno di alcuno. Ma l’uomo ha un padre e degli avi, e non vi sembra un’ ingratitudine voler ignorare finanche gli autori della nostra vita? L’uomo si trova in una societá, ed i fondatori di essa hanno avuto tutta la cura di preparargli i mezzi per una vita comoda e le leggi: qualche riguardo anche questi lo meritano da un animo grato. Ecco l’uso della mitologia, che, sotto il velo del mistero, insegna i principi dell’arti e della storia de’ popoli barbari e fanciulli, che le va sempre unita, e che insegna all’uomo, coll’esempio de’ primi popoli, le risorse nel caso che fosse privo di quest’arti. Si vede lo spirito umano