Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/357

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con tre signore sulle belle arti. Cominciai dal contradire alle loro opinioni, il che non era molto commendevole; ma finii col convincerle ed esserne applauditissimo. Questo discorso estemporaneo fu accolto come l’opera di un genio: ne ricevei degli inviti da due di queste signore perché andassi in casa loro: in casa della terza giá ci era. Mi si parlò da sette o otto persone di questo mio discorso: la terza mi presentava sempre alla sua compagnia come un uomo di genio. Insomma tanti elogi mi fecero entrare in sospetto che io realmente avessi fatto un bel discorso senza avvedermene. Volli raccogliere le mie idee e metterle sulla carta. Il mio discorso era frivolissimo: mi avvidi che tutta la sua rinomata veniva da un giudizio espresso con molta franchezza di espressione sopra Meleagro, da una non infelice antitesi tra la mitologia pagana e la cristiana, fonti delle belle arti antiche e moderne, e da certi paragoni dróles tra Cicerone e san Paolo, la Madonna della seggiola ed Antinoo, ecc. ecc. Quanto meno la donna è istruita, tanto piú l’antitesi deve esser rilevata, ristretta, appariscente. Lo spirito, per piacere, deve rassomigliare ai liquori. Quanto piú vi avvicinate al popolo, tanto piú debbon esser forti. — Un’amante francese è un’ottima amica. S’interessa moltissimo alla felicitá ed alla gloria dell’amato. L’esempio dell’amante di Bossuet difficilmente si ripeterebbe in Italia. Una donna francese vi dá tutto il suo, ma non vi segue. Essa serve al decoro egualmente che all’amore. Questo attaccamento al decoro fa si che l’amante non fa mai né il padrone, in faccia al pubblico, della sua amata, né l’impertinente nella di lei casa. — Una donna non si mostra al pubblico senonsé o col marito o sola. Non vanno mai sole però né al teatro né a talune passeggiate, perché l’andarvi cosí darebbe luogo alla protervia. La rivoluzione ha diminuito in Francia il numero delle entretenues. E questo è un gran vantaggio. Tali donne sono peggiori delle donne del Palazzo reale, perché queste ai vizi eguali non uniscono l’ipocrisia della virtú. — N. N. mi condusse una sera al ***. Non ho provato mai simile noia. Mi parve di vedere Ponte Oscuro in pretensione. — Le donne in Francia sono migliori delle nostre nell’interno delle famiglie. Le debolezze donnesche le credo eguali in Parigi che in Napoli; ma credo in generale esservi in Parigi costume e virtú maggiore. In tutto l’impero francese non vi sono tante liti matrimoniali quante ve ne sono nella sola cittá di Napoli. Napoli a questo proposito è divisa in due parti: una moderna, l’altra antica. Nella moderna tutto è simile a