Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/378

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derivazioni del Platone in Italia dal Voyage du jeune Anacharsis del Barthélemy (e anche dai romanzi didascalici del YVielandl, cfr. ediz. Nicolini, II, 334-5. Per la traduzione tedesca e francese, vedi sopra pp. 367 e 370 sg. — Che al C. venissero fatti «inviti letterari» (l’offerta di una cattedra?) anche dalla Germania non si sa da altre fonti. Per la cattedra offertagli a Cracovia, cfr. lett. LXI sgg. — Quanto, infine, ai rapporti del C. con l’Agnelli, s’è giá visto (nota alla lett. LXXV) che, pur non essendovi tra loro un regolare contratto, il primo perceviva uno stipendio dal secondo.

LXXVII. — Dalla lettera LXXVI appare che, ancora il 14 marzo 1806, il C. chiedeva al principe Eugenio un impiego stabile a Milano. Dunque, al contrario di ciò che affermano i biografi, egli non si risolse a tornare in patria subito dopo la seconda occupazione francese di Napoli (16 febbraio 1806), ma soltanto allorché gli sembrò irraggiungibile la speranza di collocarsi convenientemente a Milano. — Per la stampa del terzo e ultimo volume del Platone e per la vendita di tutta l’edizione al libraio Giovai» Pietro Giegler, vedere edizione Nicolini, Nota bibliografica, e, piú giú, lett. XCVII.— «Ho chiesta la mia dimissione»; dal Giornale italiano. LXXVIII. — «Non dubito di un impiego non solo decente ma decentissimo». — Infatti, in quel primo momento, gli esuli e i perseguitati del Novantanove venivan conseguendo ottimi posti nella nuova amministrazione napoletana e sopra tutto nella magistratura (cfr. Niccola Nicolini, Francesco Ricciardi, in Fausto Nicolini, Nicc. Nicolini e gli studi giuridici nella prima metá del sec. XIX, Napoli, 1907, p. XL. 1 I, n. 1). LXXIX.— «Aspetto ancora qualche lettera da Parigi»; certamente dall’Aldini, che era colá. — Il viaggio di Napoleone a Napoli non ebbe mai luogo.

LXXX. — I preparativi di partenza del C., e anche forse qualche sollecitazione dell’Aldini da Parigi, avevan dovuto far pensare al governo del Regno d’Italia che sarebbe stato sciocco per una piccola questione economica privarsi dell’opera d’un giornalista di tanto valore: donde, circa i principi del maggio 1806, l’invito del principe Eugenio, di cui è menzione nella presente lettera, e anche l’altro a presentare al piú presto quel «piano di un ufficio di statistica» (il secondo), già offerto dal Nostro nella lett. LXXVI e che dalla presente apparisce consegnato parecchi giorni prima del 21 maggio. Di esso, oggi, non restan tracce; ma è facile ricostruirlo nelle linee generali attraverso la lettera LXXXII. — Il «consigliere segretario di Stato» è il già ricordato Luigi Vaccari. — Pietro Moscati (1739-19 gennaio 1824), professore di medicina nell’universitá di Pavia (1763-72), direttore dell’Ospedale maggiore di Milano (1786 sgg.), membro del Direttorio durante la prima Cisalpina e perciò nel 1799 deportato al Cattaro, era tornato trionfalmente a Milano dopo la pace di Lunéville, e dalla costituzione del Regno italico era direttore generale della Pubblica Istruzione.