Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/379

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LXXXI. — Le condizioni economiche proposte nella presente lettera e che il C. non sarebbe stato alieno dall’accettare (1500 lire milanesi l’anno sui profitti straordinari del Giornale italiano, oltre, naturalmente, lo stipendio mensile che gli corrispondeva l’Agnelli) furon mutate per istrada. Dalla lett. LXXXIV, infatti, appare che il governo altro non volesse far pel C. che garantirgli complessivamente il suo antico stipendio di 4200 lire milanesi l’anno (press’a poco 250 lire italiane il mese). LXXXII. — Poiché dalla lett. LXXXI si desume che il 24 maggio 1806 il «piano» del C. era ancora sub indice, questa, nella quale il «piano* risulta approvato, fu scritta evidentemeute poco dopo. E chi ha voluto porla in relazione con la lett. XXXVIII, e assegnarle quindi la data del 1802, non ha badato che in quell’anno non esisteva ancora un Regno d’Italia, e tanto meno ne era viceré «Sua Altezza imperiale», cioè il principe Eugenio. — «Questo è il sistema antico nato in Germania»: probabile allusione al Polyslor di Ermanno Conring e all ’Abriss der neuesten Staatswisscnschafl der vornehmsten europáische Reiche und Republikeyi dell’Achenwall; opere, per altro, che il C. non doveva conoscere se non di seconda mano. — «Questo sistema ha adottato la Francia»: mercé il bureau de staiistique fondato nel 1800 da Luciano Bonaparte, allora ministro dell’Interno. — «Questo sistema ha adottato la Baviera»: con l’ufficio topografico fondato l’anno dopo dal generale Raglovich. — La circolare ai «prefetti» è la Circulaire du minislère de l’ Znlérieur aux prèfets des dèpartemenls , pubblicata negli Annales de staiistique, I (1802), 13293. — L’opera del Peuchet: VEssai d’une staiistique generale de la France (Paris, a. X, 1801): cfr. ivi, p. 8.

LXXXIII. — «I riscontri avuti dal consultore Moscati» avevano avuto luogo, naturalmente, uno o due giorni prima (708 giugno), e consisterono indubbiamente nella comunicazione del Moscati al C. delle condizioni economiche che gli si sarebbero fatte a Milano (cfr. nota alla lett. LXXXI) e nella risposta del Nostro ch’esse erano inaccettabili. Ma il Moscati, che amava molto il C., non si diè per vinto, e forse lo stesso giorno propose al principe Eugenio, per mezzo del Di Brème, che si conferisse al Nostro la carica di ispettore generale della Pubblica Istruzione. Da che la lett. LXXXIV.

LXXXIV. — Nel «piano della P. I.» del Regno italico, approvato dal Consiglio di Stato, eran fissati tre posti d’ispettori generali. Due.su proposta del Moscati del 19 agosto 1805, erano stati, con decreto imperiale firmato a Boulogne il 24 agosto di quell’anno, conferiti al giá ricordato padre Ermenegildo Pini e a Luigi Castiglione (Archivio di Stato di Milano, Studi, parte moderna, Direzione generale della P. /., Impiegati diversi, cartella 40, fascicolo Ispettori: Provvidenze generali). — Restava vacante, dunque, il terzo posto. LXXXV. — Da una minuta annessa alla presente lettera si desume che il Testi (ministro degli Esteri durante la prima Cisalpina e nel 1806