Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/430

Da Wikisource.

la direzione del Monitore napoletano , ma l’ingresso nel Corriere. Si pensò pertanto al Cuoco. Forse il nome di lui fu proposto da Giuseppe Maria Galanti, che, quale bibliotecario del Consiglio di Stato, aveva quotidiani rapporti col Manzi. Certo è che il Nostro, del quale ancora il 2 agosto appariva nel Giornale italiano un articolo firmato (che, tuttavia, potrebbe essere stato scritto qualche giorno prima) CD, volava in tutta furia a Napoli, giungendovi in tempo utile per porsi d’accordo col Manzi e scrivere il Prospetto del Corriere (*), che la grande simiglianza col «piano» del Giornale italiano , lo stile, talune idee del Platone in Italia e frasi quasi testuali della seconda edizione del Saggio rivelano indubbiamente opera sua. 3. — Il primo numero del Corriere usci il 16 agosto 1806, dal qual tempo fino al 30 gennaio 18x1 il giornale si pubblicò, con numerazione continua, il lunedi, il mercoledí e il sabato. Lo stampava a principio, come appar dallo schema di contratto, il «signor Simone» o, per esser piú esatti, la ditta «Fratelli Simone», esercenti quella «tipografía simoniana» al Largo delle Pigne, di cui s’incontra tante volte il nome nei libri pubblicati a Napoli durante il Settecento e i primi anni dell’Ottocento. Ma, o che i proprietari non riuscissero a porsi d’accordo col tipografo sul contratto che gli proposero a giornale giá avviato ( 3 ), o che facessero cosí buoni affari da potere impiantare una tipografia propria, certo è che dal 19 gennaio 1807 il Corriere, pur conservando il medesimo formato (quello del Giornale italiano), mutava giá caratteri, e al consueto avviso che le associazioni a Napoli si ricevevano dai «fratelli Simone» e dal «signor Giuseppe Russo» (il «Rossi» dello schema di contratto) era sostituito l’altro che si potevan fare «nella sola officina situata nel chiostro di San Domenico Soriano». Officina, che dal numero del 7 febbraio 1807, col quale s’ebbe un nuovo mutamento di caratteri, vien chiamata esplicitamente «tipografia del Corriere di Napoli», e che il 16 marzo 1808, non senza che nel giornale si mutassero per la quarta volta i caratteri e s’ingrandisse parecchio il (1) Pres. voi., Ictt. XC e nota relativa. (a) Pres. voi., pp. *53-5. (3) «11 sig. Simone continuerá a stampare il foglio», dice infatti l’art. 7 dello schema di contratto.