Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/185

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la somma di un milione e mezzo. È impossibile che tutta questa somma sia stata maggiore del quinto della massa monetaria che circolava per quella parte della Grecia la quale era collegata con Atene. Sia dunque questa somma eguale al quinto: avremo la massa monetaria eguale a sette milioni e mezzo. Or la popolazione di quella porzione della Grecia non poteva eccedere il milione: io ne suppongo uno e mezzo. Dividiamo la quantitá della moneta pel numero degli uomini, ed avremo un quoziente eguale a cinque scudi, maggiore di quello che si ha in molti de’ popoli dell’Europa moderna. Nella guerra del Peloponneso fu imposta agli abitanti di Atene, i quali non eccedevano il numero di centomila, un’imposizione straordinaria di quasi sei milioni di scudi. È questo un tributo che si esige da un popolo povero ?

Questi ed altri simili fatti mi servirebbero di dati per la Grecia. Ma una dissertazione fondata sopra tali dati sarebbe poco erudita, perché piú breve e piú convincente. Cerchiamo qualche dato della stessa natura per l’Italia.

1 . Quando i turi furon vinti dai lucani, alleati di Dionisio, mille prigionieri furon messi in libertá, a condizione di pagare una mina a testa: per tutti, circa sedicimila scudi nostri (0. 2 . Quando Dionisio prese Reggio, chiese, per prezzo del riscatto de’ seimila reggini che ancora rimanevano in vita, tre mine a testa (per tutti, circa centomila scudi), oltre le spese della guerra^.

Reggio in quella etá era di molto decaduta. Dopo la morte dell’illustre Anassilao, tra le sedizioni interne, tra le lunghe guerre esterne, e tutte infelici, avea perduto tre quarti del suo impero e quasi tutto il commercio. Ma pure da questi due prezzi di riscatto possiam trarre un argomento per comprendere la quantitá della specie monetata che eravi in Italia. Dionisio pretese certamente ed esigette tutto ciò che poteva. Egli non (t) Diodoro, ad olimpiadem 97. Prendo la mina in significato di mina ateniese, e ne assegno nn valore approssimativo.

(2) Diodoro, ad olimpiadem 98.