Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/186

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era molto scrupoloso nella scelta de’ modi di far denaro. Ma la prima convenzione fu stipulata da Leptine, della di cui umanitá tanti elogi gli storici ci han tramandati : sappiamo che fu altamente disapprovata da Dionisio, ed è da credersi che non fosse disapprovata perché poco umana. Senza timore di errare, dunque, si può dire che la somma di una mina a testa esatta da Leptine fosse tale da potersi comodamente pagare.

Supponiamo dunque che tutta la moneta di Turio, divisa pel numero de’ suoi abitanti, ricadesse ad un terzo, si vuol di piú? ad un quarto di mina a testa: in ogni altra ipotesi, sarebbe stato impossibile o almeno difficilissimo pagare il riscatto preteso da Leptine. Supponiamo inoltre che gli abitanti della repubblica di Turio ascendessero a circa duecentomila: questa supposizione è piú che moderata in una repubblica che in quella guerra manteneva un’armata di terra di quattordicimila uomini b>, ed oltre a ciò non era sprovvista di forze marittime. Avremo nella sola repubblica di Turio una somma di moneta circolante eguale a circa ottocentomila scudi nostri: quasi un milione. E la repubblica di Turio era stata sempre minore di quella di Reggio; molto inferiore in popolazione, commercio e ricchezza a Locri, a Crotone, a Taranto, tua patria, che, come sai, allora superava tutte le altre della Grecia; a Capua, che in un altro angolo dell’Italia avea eguagliata la ricchezza e la mollezza di Si bari ; a Napoli, che pure incominciava a sorgere e mostrarsi non senza gloria nel commercio e nella guerra; a Cuma, ecc. Pure io do a ciascuna di queste repubbliche una quantitá di moneta circolante eguale a quella che abbiamo fissata in Turio. Quanta ne daremo alle popolazioni, tre, quattro, otto volte piú numerose, de’ bruzi, de’ lucani, de’ sanniti? È vero che si oppone il notissimo tratto di Plinio, il quale ci attesta che fino all’anno 585 non si era coniata in Roma moneta di argento e che non si coniò moneta di oro prima dell’anno 647 < 2 >. Ma a questo passo si è (1) Vedi lo stesso Diodoro, I. c.; Grimalui, Annali , voi. I.

(a) Plinio, XXX 111 , 4. Vairone dice apertamente il contrario, e narra essersi coniata moneta di argento fin dal regno di Servio Tullio. E Varrone merita almeno tanta fede quanta ne diamo a Plinio.