Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/36

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sangue innocente, e vedremo finalmente ritornati i Borboni su di un trono, che essi stessi, essi soli, han voluto perdere, allora appunto incominceranno mali piú gravi, perché allora sará sanzionata una massima che è per se stessa funesta. Quegli che chiatnansi scrittori di «diritto pubblico * potranno credere disputabile la legittimitá della protesta del conte di Lilla. Ma che altro, per l’ordinario, sono gli scrittori di diritto pubblico fuorché i raccoglitori de’ patti, degli usi, delle opinioni de’ privati? Chiunque è stato potente a segno da far prevalere un abuso, lo ha convertito in diritto; chiunque ha potuto pagare una pensione, ha comprato uno scrittore. Si è detto, e si è detto il vero, che, se la peste avesse onori e pensioni da dare, non mancherebbero scrittori i quali la dichiarerebbero di diritto divino. Guardiamo la protesta sotto l’aspetto della ragione. In Atene vi fu una volta un filosofo chiamato Diodoro. La professione di filosofo in que’ tempi consisteva in negar molte cose che il comune degli uomini credeva, e molte affermare che il comune riputava false. Diodoro prese a negar resistenza del moto. Gli altri filosofi scrissero molti libri per confutarlo. Diogene credette che miglior argomento fosse il bastone. Il cinico avea nelle braccia la forza di Ercole; e, mentre il povero Diodoro si divincolava sotto il di lui nodoso bastone, egli gli diceva: — Tu non devi dolerti ; nel mio bastone non vi può esser moto. — Diodoro comprese la forza del sarcasmo e tacque. Poco di poi, cadde e gli si slogò una spalla. Per evitar la vergogna di nuove ironie e salvar l’onore della sua filosofia, scrisse e fece affiggere per tutt’i capistrada di Atene una dichiarazione, colla quale protestava contro lo slogamento della sua spalla e Io dichiarava «dialetticamente * nullo, perché nullo era tutto quanto era avvenuto nel mondo per causa del moto, che «dialetticamente» non poteva esistere!

Che differenza vi è tra questa protesta di Diodoro, della quale gli ateniesi risero, e quelle tante altre, sulle quali i nostri dotti giuspubblicisti disputano? Io non ce ne veggo che una sola, ed è che quella non poteva mai produrre, creduta ragionevole, tanto male quanto ne producono queste.