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xxxiv - organizzazione delle province 153


L’elezione de’ municipi fu affidata ad un collegio di elettori, che furono scelti dal governo. — Qual è dunque questa libertá e questa sovranitá che ci promettete? — dicevano le popolazioni. — Prima i municipi erano eletti da noi; abbiam tanto sofferto e tanto conteso per conservarci questo diritto contro i baroni e contro il fisco! Oggi non lo abbiamo piú. Prima i munícipi rendevano conto a noi stessi delle loro operazioni; oggi lo rendono al governo. Noi dunque colla rivoluzione, anziché guadagnare, abbiam perduto? — Si volea spiegar loro il sistema elettorale; si volea far comprendere come continuavano a dirsi eletti da loro quelli che erano eletti dai suoi elettori: ma le popolazioni non credevano né erano obbligate a credere ad una costituzione che ancora non si era pubblicata. Si diceva che gli elettori dovessero un giorno esser eletti dal popolo; ma intanto il popolo vedeva che erano eletti dal governo: il fatto era contrario alla promessa. Quando anche la costituzione fosse stata giá pubblicata, i popoli credevan sempre superfluo formar un corpo elettorale per eleggere coloro che prima in modo piú popolare eleggevano essi stessi, e riputavano sempre perdita il passare dal diritto dell’elezione immediata a quello di una semplice elezione mediata.

Ho osservato in quella occasione che le scelte de’ munícipi fatte dal popolo furono meno cattive di quelle fatte dai collegi elettorali, non perché i collegi fossero intenzionati a far il male, ma perché erano nell’impossibilitá di fare il bene, perché non conoscevano le persone che eleggevano e perché spesso eleggevano persone che il popolo non conosceva. Io ripeto sempre lo stesso: nella nostra rivoluzione gli uomini eran buoni, ma gli ordini eran cattivi. Io comprendo l’utilitá di un collegio elettorale dipartimentale, che elegga o proponga que’ magistrati che soprastano alla repubblica intera; ma un collegio dipartimentale che discenda ad eleggere i magistrati municipali mi sembra un’istituzione antilogica, per la quale dalle idee delle specie, invece di risalire a quella del genere, si voglia discendere a quelle degl’individui, che debbon precedere l’idea della specie. È vero che in taluni momenti si richieggono negli