Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/236

Da Wikisource.
226 lettere a vincenzio russo

credute piú illustri. E quale carica sará piú illustre di quella di cittadino? Pochi mirano alla rappresentanza, pochissimi al ministero ed alla commissione esecutiva: una legge tanto utile alla repubblica noi la restringeremo solo a pochi, ed a quei pochi appunto i quali meno ne hanno bisogno? Credimi: il pericolo è che manchino i cittadini utili, che sostengono uno Stato; direttori e ministri, che lo voglian dominare, non mancheranno mai.

Tu comprenderai facilmente che io voglio ancora:

3. Che ei sappia leggere e scrivere.

4. Che abbia prestato servizio nella guardia nazionale.

5. Che non sia né fallito, né accusato di delitti i quali portin seco loro la perdita della vita naturale o civile e dell’onore: la legge determinerá quali sieno questi delitti.

6. Che possegga beni, o abbia un’industria, o eserciti un’arte la quale non sia servile. Non mi piace che si chiami «cittadino» ed abbia il diritto di votare un uomo, sol perché abita un territorio e paga una capitazione: o presto o tardi si riempiranno le assemblee di sediziosi, i quali turberanno tutto l’ordine pubblico. Se in Inghilterra lo spirito di partito spinge talora molti a donare ai loro partigiani i fondi necessari perché possano essere eletti rappresentanti, ad onta che i fondi che la legge richiede non sian di piccolo valore; quanti faziosi domineranno un’assemblea, ove il comprarsi un voto non costa che sei franchi?

Fin qui tutti o quasi tutti sono di accordo. Ma ti dirò che bramerei ancora che tutti fossero padri di famiglia? Uso questo vocabolo nel senso in cui l’usa la giurisprudenza nostra: «cui res tutelaque rei suae». I giovani mi perdoneranno il rispetto che io conservo per la piú antica, la piú cara e la piú santa delle autoritá, che in un governo libero, invece di distruggere, vorrei anzi rinforzare. Io non credo che altrimenti si possano aver costumi. Non sono forse anche io un giovane? Ebbene: io veggo che, se io sono uno stolto, se io provo tutto il caldo e risento tutte le tempestose agitazioni della mia etá, la mia voce può esser funesta nel comizio. Ma, se io son saggio, se le mie idee sono quelle della prudenza e dell’utile comune,