Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/250

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240 lettere a vincenzio russo

piú funeste e non meno ingiuste delle conquiste medesime? Qual nobile spettacolo darebbe di sé quella nazione, che dichiarasse in faccia al mondo intero i suoi diritti di guerra e di pace; ed, enumerando i casi ne’ quali respingerá ogni aggressore e difenderá la sua sicurezza ed il suo onore, dia per tutti gli altri casi all’umanitá intera la parola della pace! Tale nazione metterebbe la giustizia per suo articolo costituzionale; essa rimenerebbe sulla terra desolata i bei giorni di Numa, o almeno quelli meno illustri, ma anche meno favolosi di Penn. Questa nazione, pronta sempre a far la guerra ogni volta che la giustizia il richiegga, non avrebbe quasi mai bisogno di nuova legge per dichiararla, ma correrebbe all’invito del governo ove la chiamerebbe la salute della patria; e l’editto ordinator di guerra non sarebbe che l’esecuzione della piú santa delle sue leggi costituzionali.

Forse un dolce delirio mi illude: ma sará però sempre vero che i casi di urgenza, quando anche esistano, sono piú rari di quel che si pensa. Essi si sono moltiplicati per la smania di voler troppo restringere il potere esecutivo; e l’aver voluto dare al potere legislativo ciò che non gli dovea appartenere, ha fatto sí che siesi disordinato. L’urgenza per lo piú richiede per rimedio un fatto e non giá una legge: in ogni caso, val meglio per urgenza sospendere la costituzione che alterarla. Si può per urgenza creare un dittatore o darne le facoltá al governo; si può dare all’assemblea legislativa il potere che avea talora in Roma il senato; si possono immaginare mille altri espedienti, i quali poi tutti in ultima analisi si riducono alla dittatura. Ma il dittatore, il quale per un momento è superiore alla legge, tutto deve poter fare fuorché leggi...